Interessantissima autobiografia di Paolo Sacchi, che corre parallela alle vicende delle scelte dei campi di studio, legate ai processi ed alla evoluzione degli studi biblici, sia in campo cristiano sia in campo ebraico. Sacchi ha iniziato i suoi studi di critica e storia del testo del Nuovo Testamento all’Università di Firenze con Giorgio Pasquali e poi con Sabatino Moscati, sfociati nella pubblicazione nel 1956 della sua tesi di Laurea Alle origini del Nuovo Testamento. Fondamentale fu per Sacchi anche l’incontro con Franco Bolgiani e l’inizio del suo insegnamento nell’Università di Torino dal 1967. Il volume in esame nasce da una conferenza che il 1 giugno 2012 Piero Coda Preside dell’Istituto Universitario Sophia di Lippiano, chiese a Paolo Sacchi di fare presso questo ente, sul tema Il mio cammino tra Antico Testamento, Apocrifi, Apocalissi e Vangeli, che fu pubblicata nel “Giornale di Bordo” 29 (2012), pp. 1-15. A volte mi pare che Sacchi parta dal postulato che la migliore visione di fede sia quella cristiana proposta da Gesù; conseguentemente pare quasi che egli apprezzi le fonti esterne agli evangeli che mostrano parziali o piene anticipazioni di questa visione di fede. Ossia se nella Torah c’è il divorzio, tuttavia nel Documento di Damasco pare di no, e quindi questo testo vale molto perché è in linea con la visione di fede che sarà meglio formulata da Gesù. Ma allora a determinare il valore dei documenti che si studiano rischia di essere non un esame oggettivo e scientifico dei medesimi, ma la loro affinità o meno con quello che sarà il messaggio di Gesù che non ammette il divorzio e resta il punto fermo di paragone e di norma. Il rischio è che una valutazione di fede individuale sulla migliore religione, quella cristiana, diventi il criterio per valutate il valore dei documenti della altre tendenze presenti in altri testi del giudaismo.

Paolo Sacchi, Antico Testamento, apocrifi e Nuovo Testamento. Un viaggio autobiografico, il Pellicano rosso, nuova serie, 230, Morcelliana 2015; Prefazione di Luca Mazzinghi, ISBN 978-88-372-2875-0.

PERANI, MAURO
2017

Abstract

Interessantissima autobiografia di Paolo Sacchi, che corre parallela alle vicende delle scelte dei campi di studio, legate ai processi ed alla evoluzione degli studi biblici, sia in campo cristiano sia in campo ebraico. Sacchi ha iniziato i suoi studi di critica e storia del testo del Nuovo Testamento all’Università di Firenze con Giorgio Pasquali e poi con Sabatino Moscati, sfociati nella pubblicazione nel 1956 della sua tesi di Laurea Alle origini del Nuovo Testamento. Fondamentale fu per Sacchi anche l’incontro con Franco Bolgiani e l’inizio del suo insegnamento nell’Università di Torino dal 1967. Il volume in esame nasce da una conferenza che il 1 giugno 2012 Piero Coda Preside dell’Istituto Universitario Sophia di Lippiano, chiese a Paolo Sacchi di fare presso questo ente, sul tema Il mio cammino tra Antico Testamento, Apocrifi, Apocalissi e Vangeli, che fu pubblicata nel “Giornale di Bordo” 29 (2012), pp. 1-15. A volte mi pare che Sacchi parta dal postulato che la migliore visione di fede sia quella cristiana proposta da Gesù; conseguentemente pare quasi che egli apprezzi le fonti esterne agli evangeli che mostrano parziali o piene anticipazioni di questa visione di fede. Ossia se nella Torah c’è il divorzio, tuttavia nel Documento di Damasco pare di no, e quindi questo testo vale molto perché è in linea con la visione di fede che sarà meglio formulata da Gesù. Ma allora a determinare il valore dei documenti che si studiano rischia di essere non un esame oggettivo e scientifico dei medesimi, ma la loro affinità o meno con quello che sarà il messaggio di Gesù che non ammette il divorzio e resta il punto fermo di paragone e di norma. Il rischio è che una valutazione di fede individuale sulla migliore religione, quella cristiana, diventi il criterio per valutate il valore dei documenti della altre tendenze presenti in altri testi del giudaismo.
2017
Perani, Mauro
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