I proemi e gli epiloghi del Morgante di Luigi Pulci, pur vicini a quelli della tradizione canterina, mostrano una presenza più evidente della voce del poeta e una dimensione metaletteraria e metatestuale più accentuata. Ciò avviene anche all’interno dei singoli cantari dove sono più frequenti e vari gli interventi diretti del poeta funzionali alla propria autorappresentazione. Inoltre il narratore-poeta si fa sempre più intrusivo nel corso del poema sino ad assumere la dimensione di vero protagonista nei cinque nuovi cantari aggiunti nella seconda edizione del 1483.
Titolo: | Retorica proemiale e autorappresentazione del poeta nel «Morgante» di Luigi Pulci | |
Autore/i: | Giuseppe Ledda | |
Autore/i Unibo: | ||
Anno: | 2017 | |
Rivista: | ||
Digital Object Identifier (DOI): | http://dx.doi.org/10.19272/201708302006 | |
Abstract: | I proemi e gli epiloghi del Morgante di Luigi Pulci, pur vicini a quelli della tradizione canterina, mostrano una presenza più evidente della voce del poeta e una dimensione metaletteraria e metatestuale più accentuata. Ciò avviene anche all’interno dei singoli cantari dove sono più frequenti e vari gli interventi diretti del poeta funzionali alla propria autorappresentazione. Inoltre il narratore-poeta si fa sempre più intrusivo nel corso del poema sino ad assumere la dimensione di vero protagonista nei cinque nuovi cantari aggiunti nella seconda edizione del 1483. | |
Data stato definitivo: | 2018-02-24T19:52:02Z | |
Appare nelle tipologie: | 1.01 Articolo in rivista |
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