Attraverso il presente report intendo trattare alcune dimensioni relative al rapporto tra bambini e natura individuate grazie ad una ricerca ispirata allo Studio di Caso. Quest’ultimo riguarda un’esperienza didattica di carattere esplorativo attuata presso scuole dell’infanzia bolognesi dove i percorsi di attività psicomotoria vengono svolti in giardino, sperimentazione resa possibile da condizioni particolarmente favorevoli. Tra queste si deve innanzitutto segnalare l’apertura e la voglia di mettersi in gioco delle persone coinvolte nell’avventura pionieristica, ovvero le pedagogiste ed educatrici sia dei servizi scolastici comunali, sia della cooperativa che porta avanti l’attività psicomotoria. Occorre infine riconoscere che tale situazione non nasce casualmente, bensì grazie al fatto che nel capoluogo emiliano vi sono diverse realtà favorevoli all’Outdoor Education (d’ora in poi OE), un approccio formativo finalizzato a contrastare gli stili di vita connessi al fenomeno della “indorizzazione”, che incoraggia i servizi educativi ad utilizzare con sempre più frequenza e consapevolezza gli spazi scolastici esterni, in particolare i giardini. Per citare solo alcuni dati significativi, a Bologna il Comune ha già organizzato quattro edizioni di un convegno annuale sull’OE rivolto ai servizi dell’infanzia, è nata la Rete nazionale delle scuole all’aria aperta, la materia è oggetto di studio a livello accademico. In conclusione la sperimentazione porta a ritenere che sul setting psicomotorio outdoor incidano fortemente sia le caratteristiche intrinseche degli spazi esterni, sia il modo in cui questi vengono interpretati e dunque vissuti, il che condiziona fortemente lo sviluppo dei percorsi didattici
Bortolotti Alessandro (2018). Il gioco psicomotorio all’aria aperta: un setting sospeso tra natura e cultura. Bergamo : Zeroseiup.
Il gioco psicomotorio all’aria aperta: un setting sospeso tra natura e cultura
Bortolotti Alessandro
2018
Abstract
Attraverso il presente report intendo trattare alcune dimensioni relative al rapporto tra bambini e natura individuate grazie ad una ricerca ispirata allo Studio di Caso. Quest’ultimo riguarda un’esperienza didattica di carattere esplorativo attuata presso scuole dell’infanzia bolognesi dove i percorsi di attività psicomotoria vengono svolti in giardino, sperimentazione resa possibile da condizioni particolarmente favorevoli. Tra queste si deve innanzitutto segnalare l’apertura e la voglia di mettersi in gioco delle persone coinvolte nell’avventura pionieristica, ovvero le pedagogiste ed educatrici sia dei servizi scolastici comunali, sia della cooperativa che porta avanti l’attività psicomotoria. Occorre infine riconoscere che tale situazione non nasce casualmente, bensì grazie al fatto che nel capoluogo emiliano vi sono diverse realtà favorevoli all’Outdoor Education (d’ora in poi OE), un approccio formativo finalizzato a contrastare gli stili di vita connessi al fenomeno della “indorizzazione”, che incoraggia i servizi educativi ad utilizzare con sempre più frequenza e consapevolezza gli spazi scolastici esterni, in particolare i giardini. Per citare solo alcuni dati significativi, a Bologna il Comune ha già organizzato quattro edizioni di un convegno annuale sull’OE rivolto ai servizi dell’infanzia, è nata la Rete nazionale delle scuole all’aria aperta, la materia è oggetto di studio a livello accademico. In conclusione la sperimentazione porta a ritenere che sul setting psicomotorio outdoor incidano fortemente sia le caratteristiche intrinseche degli spazi esterni, sia il modo in cui questi vengono interpretati e dunque vissuti, il che condiziona fortemente lo sviluppo dei percorsi didatticiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.