Il titolo del convegno anticipa e in parte già illustra i contenuti di questo primo intervento. Il management in Fisioterapia, infatti, non si esaurisce nell’effettuazione di singole procedure terapeutiche, ma deve rispondere in modo più globale alle esigenze di recupero e di mantenimento che il paziente esprime. Se lo stato di salute si definisce, alla luce del modello I.C.F., considerando le strutture e le funzioni del corpo, le attività, la partecipazione e i fattori ambientali, sarebbe limitativo ridurre l’intervento del fisioterapista unicamente al trattamento delle strutture anatomiche, al riequilibrio delle funzioni e al recupero delle attività; al contrario, nel termine management è implicito un concetto di gestione più completa. La partecipazione attiva e la responsabilizzazione del paziente nel proprio processo di recupero e nel mantenimento del proprio stato di salute e di benessere sono ritenute da molti autori elementi indispensabili alla riuscita del progetto terapeutico. Per garantire efficacia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza all’assistenza prestata sulla persona, non solo occorre migliorare le competenze e le abilità cliniche e tecniche, ma anche saper indirizzare nel modo più consapevole il paziente all’effettuazione, contemporanea o successiva al trattamento, di altre procedure o altri approcci in grado di ottimizzare, completare o proseguire un percorso che è iniziato dalle sedute individuali con il fisioterapista. E’ importante anzitutto conoscere le caratteristiche delle medicine non convenzionali, delle terapie complementari, delle attività motorie e sportive. Conoscerne gli scopi, le procedure, il campo di intervento, le basi scientifiche e le prove di efficacia. In secondo luogo comprendere le loro possibilità di utilizzo in specifici campi d’azione e le modalità di un’eventuale integrazione con il trattamento fisioterapico, a seconda delle esigenze funzionali del paziente, che possono spaziare dal controllo del dolore, al rilassamento, alla coordinazione neuromuscolare, ecc. Infine, decidere nel singolo caso, sulla base delle prove scientifiche, dell’esperienza clinica e delle priorità del paziente, cosa utilizzare o suggerire a seconda degli obiettivi specifici che proprio insieme al paziente abbiamo concordato, nel cosiddetto contratto terapeutico (Maitland, 2003). La conoscenza e l’esperienza clinica individuale sono quindi integrate dai risultati della letteratura scientifica, come richiede il comportamento deduttivo proprio dell’Evidence Based Practice (Sackett, 1998). Il processo di ragionamento clinico, di “applicazione della conoscenza significativa e delle abilità cliniche al trattamento del paziente a livello individuale” (Jones, 1996), trova qui il suo completamento.
Il management del paziente
VANTI, CARLA
2004
Abstract
Il titolo del convegno anticipa e in parte già illustra i contenuti di questo primo intervento. Il management in Fisioterapia, infatti, non si esaurisce nell’effettuazione di singole procedure terapeutiche, ma deve rispondere in modo più globale alle esigenze di recupero e di mantenimento che il paziente esprime. Se lo stato di salute si definisce, alla luce del modello I.C.F., considerando le strutture e le funzioni del corpo, le attività, la partecipazione e i fattori ambientali, sarebbe limitativo ridurre l’intervento del fisioterapista unicamente al trattamento delle strutture anatomiche, al riequilibrio delle funzioni e al recupero delle attività; al contrario, nel termine management è implicito un concetto di gestione più completa. La partecipazione attiva e la responsabilizzazione del paziente nel proprio processo di recupero e nel mantenimento del proprio stato di salute e di benessere sono ritenute da molti autori elementi indispensabili alla riuscita del progetto terapeutico. Per garantire efficacia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza all’assistenza prestata sulla persona, non solo occorre migliorare le competenze e le abilità cliniche e tecniche, ma anche saper indirizzare nel modo più consapevole il paziente all’effettuazione, contemporanea o successiva al trattamento, di altre procedure o altri approcci in grado di ottimizzare, completare o proseguire un percorso che è iniziato dalle sedute individuali con il fisioterapista. E’ importante anzitutto conoscere le caratteristiche delle medicine non convenzionali, delle terapie complementari, delle attività motorie e sportive. Conoscerne gli scopi, le procedure, il campo di intervento, le basi scientifiche e le prove di efficacia. In secondo luogo comprendere le loro possibilità di utilizzo in specifici campi d’azione e le modalità di un’eventuale integrazione con il trattamento fisioterapico, a seconda delle esigenze funzionali del paziente, che possono spaziare dal controllo del dolore, al rilassamento, alla coordinazione neuromuscolare, ecc. Infine, decidere nel singolo caso, sulla base delle prove scientifiche, dell’esperienza clinica e delle priorità del paziente, cosa utilizzare o suggerire a seconda degli obiettivi specifici che proprio insieme al paziente abbiamo concordato, nel cosiddetto contratto terapeutico (Maitland, 2003). La conoscenza e l’esperienza clinica individuale sono quindi integrate dai risultati della letteratura scientifica, come richiede il comportamento deduttivo proprio dell’Evidence Based Practice (Sackett, 1998). Il processo di ragionamento clinico, di “applicazione della conoscenza significativa e delle abilità cliniche al trattamento del paziente a livello individuale” (Jones, 1996), trova qui il suo completamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.