Nel Settecento il raggio d’applicazione della lettera si allarga smisuratamente. L’articolo distingue dapprima tra le lettere realmente spedite e quelle fittizie, che della lettera sussumono la forma, senza però che o il mittente, o il destinatario, o il messaggio stesso, o tutti e tre questi elementi insieme siano autentici e la missiva sia stata realmente spedita. Al tempo stesso si mettono in luce le ampie zone comuni, come quando due reali corrispondenti decidono di riprendere e pubblicare le loro lettere realmente scambiate, rielaborandole però con intenti letterari. In questo caso lo scambio epistolare ha quindi due momenti e due intenti distinti che gli conferiscono un carattere dapprima effettivamente privato e poi un carattere pubblico accompagnato dall’impressione di una costruzione fittizia. Concentrandosi sulla tipologia delle lettere presenti in opere letterarie (romanzi, opere teatrali, letteratura di viaggio, se ne mostrano poi le somiglianze con la scrittura dei diari e con il genere del dialogo, messo a confronto con la struttura monologica del trattato. Infine si fa vedere la differenza dell’epistolografia tra primo e secondo Settecento, notando il passaggio da lettere dal taglio documentario e saggistico a lettere che più si prestano a trasmettere l’intermittenza soggettiva delle impressioni, l’oscillazioni degli umori, la libertà dell’esposizione.
Battistini, A. (2017). Prospettive sull’epistolarità fittizia. MURATORIANA ONLINE, 1(7 (2017)), 35-42.
Prospettive sull’epistolarità fittizia
Battistini, Andrea
2017
Abstract
Nel Settecento il raggio d’applicazione della lettera si allarga smisuratamente. L’articolo distingue dapprima tra le lettere realmente spedite e quelle fittizie, che della lettera sussumono la forma, senza però che o il mittente, o il destinatario, o il messaggio stesso, o tutti e tre questi elementi insieme siano autentici e la missiva sia stata realmente spedita. Al tempo stesso si mettono in luce le ampie zone comuni, come quando due reali corrispondenti decidono di riprendere e pubblicare le loro lettere realmente scambiate, rielaborandole però con intenti letterari. In questo caso lo scambio epistolare ha quindi due momenti e due intenti distinti che gli conferiscono un carattere dapprima effettivamente privato e poi un carattere pubblico accompagnato dall’impressione di una costruzione fittizia. Concentrandosi sulla tipologia delle lettere presenti in opere letterarie (romanzi, opere teatrali, letteratura di viaggio, se ne mostrano poi le somiglianze con la scrittura dei diari e con il genere del dialogo, messo a confronto con la struttura monologica del trattato. Infine si fa vedere la differenza dell’epistolografia tra primo e secondo Settecento, notando il passaggio da lettere dal taglio documentario e saggistico a lettere che più si prestano a trasmettere l’intermittenza soggettiva delle impressioni, l’oscillazioni degli umori, la libertà dell’esposizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.