Vibrio harveyi è una specie patogena emergente per l’acquacoltura marina a livello globale. In ambito europeo e mediterraneo questa specie sta acquisendo importanza nell’allevamento di pesci piatti (Psetta sp., Solea sp.) e del branzino (Dicentrarchus labrax). In D. labrax V. harveyi è stato isolato in episodi di mortalità, durante le fasi di ingrasso (40-160 gr), caratterizzati da atassia natatoria, anoressia, lesioni cutanee e cheratiti. Lo sviluppo di un vaccino proteggente contro l’infezione da Vibrio harveyi risulta interessante per gli allevatori sia nella fase di grow-out che nella stabulazione in avannotteria. In quest’ottica è stato approntato un protocollo sperimentale per valutare la patogenicità di differenti ceppi di V. harveyi in branzino e successivamente attuare prove di efficacia vaccinale. Tale protocollo è stato valutato ed approvato dal Ministero della Salute (Direzione Generale Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, Ufficio VI) con autorizzazione n° 776/2015-PR. Le prove di infezione sono state condotte presso l’acquario sperimentale IZSVe (Legnaro). I branzini sono stati acquistati ad una taglia di circa 2 g, non vaccinati per V. anguillarum-V. ordalii. Le prove di infezione sono state attuate in vasche tronco-coniche (250 l), dotate di filtro esterno e UV dedicato, ad una temperatura di 24°C e salinità di 33‰. Sono stati inizialmente testati 10 ceppi di V. harveyi, con caratteristiche fenotipiche differenti, isolati in episodi di mortalità in D. labrax, mediante somministrazione intra peritoneale e immersione, per valutarne la virulenza in vivo. I 4 ceppi più patogeni sono stati successivamente testati per determinare la dose in grado di causare mortalità nel 70% degli esemplari (Lethal Dose70), mediante somministrazione i.p. (5 concentrazioni differenti: 3x10^3 - 3x10^7 ufc/soggetto) e per immersione (2 concentrazioni: 1x10^8ufc/ml; 1x10^9ufc/ml) in branzini di 5 g (12 esemplari per prova). Un solo ceppo ha evidenziato mortalità per immersione. In tutti gli esemplari venuti a morte è stato possibile re-isolare V. harveyi da encefalo e rene cefalico. Nelle prove condotte mediante inoculo i.p. la mortalità si è evidenziata a partire dalle 12-16 ore post-infezione concludendosi in 72-96 ore. Gli esemplari presentavano apatia, melanosi, iperventilazione, morendo a poche ore dalla comparsa dei segni clinici, generalmente con facies asfittica (opercoli dilatati). In alcuni casi si osservavano sintomi neurologici con atassia e nuoto a spirale. L’esame autoptico ha evidenziato costantemente grave enterite siero-catarrale con marcata dilatazione del lume intestinale (tratto prossimale) e grave congestione encefalica. L’esame istologico eseguito su soggetti preagonici ha evidenziato setticemia, con presenza di colonie batteriche in tutti gli organi parenchimatosi, ed encefalite. L’intestino prossimale presentava distacco della mucosa e colonie batteriche evidenti nella sottomucosa e nei vasi associati. L’epitelio gastrico e rettale appariva conservato. Negli esemplari infettati per immersione la mortalità compariva a partire dalle 24 ore ed era più dilazionata. Si osservavano lesioni cutanee con desquamazione, ulcere dermiche con esposizione della muscolatura, cheratite ed enterite siero-catarrale. Istologicamente si confermava la presenza di dermatite e miosite batterica con diffusione setticemica ed encefalite. Un protocollo IHC è stato standardizzato applicando un siero policlonale ottenuto mediante l’immunizzazione ripetuta di un coniglio SPF con inoculo di 3 ceppi virulenti di V. harveyi. Il siero è stato applicato ad una diluizione 1:2000, con buoni risultati.
Pretto T., Z.M. (2017). PROVE DI PATOGENICITÀ DI CEPPI DI VIBRIO HARVEYI IN BRANZINO.
PROVE DI PATOGENICITÀ DI CEPPI DI VIBRIO HARVEYI IN BRANZINO
Pretto T.;Fioravanti M. L.
2017
Abstract
Vibrio harveyi è una specie patogena emergente per l’acquacoltura marina a livello globale. In ambito europeo e mediterraneo questa specie sta acquisendo importanza nell’allevamento di pesci piatti (Psetta sp., Solea sp.) e del branzino (Dicentrarchus labrax). In D. labrax V. harveyi è stato isolato in episodi di mortalità, durante le fasi di ingrasso (40-160 gr), caratterizzati da atassia natatoria, anoressia, lesioni cutanee e cheratiti. Lo sviluppo di un vaccino proteggente contro l’infezione da Vibrio harveyi risulta interessante per gli allevatori sia nella fase di grow-out che nella stabulazione in avannotteria. In quest’ottica è stato approntato un protocollo sperimentale per valutare la patogenicità di differenti ceppi di V. harveyi in branzino e successivamente attuare prove di efficacia vaccinale. Tale protocollo è stato valutato ed approvato dal Ministero della Salute (Direzione Generale Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, Ufficio VI) con autorizzazione n° 776/2015-PR. Le prove di infezione sono state condotte presso l’acquario sperimentale IZSVe (Legnaro). I branzini sono stati acquistati ad una taglia di circa 2 g, non vaccinati per V. anguillarum-V. ordalii. Le prove di infezione sono state attuate in vasche tronco-coniche (250 l), dotate di filtro esterno e UV dedicato, ad una temperatura di 24°C e salinità di 33‰. Sono stati inizialmente testati 10 ceppi di V. harveyi, con caratteristiche fenotipiche differenti, isolati in episodi di mortalità in D. labrax, mediante somministrazione intra peritoneale e immersione, per valutarne la virulenza in vivo. I 4 ceppi più patogeni sono stati successivamente testati per determinare la dose in grado di causare mortalità nel 70% degli esemplari (Lethal Dose70), mediante somministrazione i.p. (5 concentrazioni differenti: 3x10^3 - 3x10^7 ufc/soggetto) e per immersione (2 concentrazioni: 1x10^8ufc/ml; 1x10^9ufc/ml) in branzini di 5 g (12 esemplari per prova). Un solo ceppo ha evidenziato mortalità per immersione. In tutti gli esemplari venuti a morte è stato possibile re-isolare V. harveyi da encefalo e rene cefalico. Nelle prove condotte mediante inoculo i.p. la mortalità si è evidenziata a partire dalle 12-16 ore post-infezione concludendosi in 72-96 ore. Gli esemplari presentavano apatia, melanosi, iperventilazione, morendo a poche ore dalla comparsa dei segni clinici, generalmente con facies asfittica (opercoli dilatati). In alcuni casi si osservavano sintomi neurologici con atassia e nuoto a spirale. L’esame autoptico ha evidenziato costantemente grave enterite siero-catarrale con marcata dilatazione del lume intestinale (tratto prossimale) e grave congestione encefalica. L’esame istologico eseguito su soggetti preagonici ha evidenziato setticemia, con presenza di colonie batteriche in tutti gli organi parenchimatosi, ed encefalite. L’intestino prossimale presentava distacco della mucosa e colonie batteriche evidenti nella sottomucosa e nei vasi associati. L’epitelio gastrico e rettale appariva conservato. Negli esemplari infettati per immersione la mortalità compariva a partire dalle 24 ore ed era più dilazionata. Si osservavano lesioni cutanee con desquamazione, ulcere dermiche con esposizione della muscolatura, cheratite ed enterite siero-catarrale. Istologicamente si confermava la presenza di dermatite e miosite batterica con diffusione setticemica ed encefalite. Un protocollo IHC è stato standardizzato applicando un siero policlonale ottenuto mediante l’immunizzazione ripetuta di un coniglio SPF con inoculo di 3 ceppi virulenti di V. harveyi. Il siero è stato applicato ad una diluizione 1:2000, con buoni risultati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.