il Celica ha aperto i battenti al pubblico nel 2003; un processo lungo circa una decina d'anni, nel quale hanno svolto un ruolo numerosi artisti e architetti, coinvolti man mano in quello che si può definire un vero e proprio processo di progettazione. Alla fine, sono stati circa 80, tra artisti e designer, a collaborare con gli architetti Aleksander "Sasa" Ostan, Janko Rozic e Ira Zorko al progetto di restauro e riuso del vecchio carcere militare; un processo lungo e articolato, che ha permesso però di salvaguardare l'edificio storico, sfruttandone la strategica posizione urbana. L'intervento è caratterizzato da una sensibilità profonda e tangibile per le vicende storiche dell'edificio; attraverso una attenta ricerca sulla materialità della fabbrica e sui documenti d'archivio, attraverso lo studio delle possibili destinazioni d'uso attribuibili alle antiche architetture, il team di progettisti ha saputo individuare una nuova possibilità di vita per questi antichi muri: da prigione a galleria d'arte, da luogo chiuso e confinato a spazio espositivo e ostello della gioventù. Lo sforzo critico-creativo compiuto permette all'edificio antico di non essere relegato a mero contenitore; il nuovo intervento si pone in costante relazione con esso, perché ne coglie i significati e li mette in risalto, a volte per analogia, a volte per opposizione.
Leila, S. (2011). Da carcere a ostello per la Gioventù. La storia del Celica Hostel di Lubiana. RECUPERO E CONSERVAZIONE, 95, 64-71.
Da carcere a ostello per la Gioventù. La storia del Celica Hostel di Lubiana
leila signorelli
2011
Abstract
il Celica ha aperto i battenti al pubblico nel 2003; un processo lungo circa una decina d'anni, nel quale hanno svolto un ruolo numerosi artisti e architetti, coinvolti man mano in quello che si può definire un vero e proprio processo di progettazione. Alla fine, sono stati circa 80, tra artisti e designer, a collaborare con gli architetti Aleksander "Sasa" Ostan, Janko Rozic e Ira Zorko al progetto di restauro e riuso del vecchio carcere militare; un processo lungo e articolato, che ha permesso però di salvaguardare l'edificio storico, sfruttandone la strategica posizione urbana. L'intervento è caratterizzato da una sensibilità profonda e tangibile per le vicende storiche dell'edificio; attraverso una attenta ricerca sulla materialità della fabbrica e sui documenti d'archivio, attraverso lo studio delle possibili destinazioni d'uso attribuibili alle antiche architetture, il team di progettisti ha saputo individuare una nuova possibilità di vita per questi antichi muri: da prigione a galleria d'arte, da luogo chiuso e confinato a spazio espositivo e ostello della gioventù. Lo sforzo critico-creativo compiuto permette all'edificio antico di non essere relegato a mero contenitore; il nuovo intervento si pone in costante relazione con esso, perché ne coglie i significati e li mette in risalto, a volte per analogia, a volte per opposizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.