Counter-season cultivation of truffles in the Southern Hemisphere: an update

The cultivation of truffles in the Southern Hemisphere began in New Zealand in the mid-1980s and the first fruiting bodies of Tuber melanosporum were harvested in Gisborne in 1993. Cultivation started in Australia soon after and the first truffles were found in Tasmania in 1999. Now there are more than 150 mostly small truffières in New Zealand, and approximatively 200-250 plantations in Australia some of which are very large. Most of the productive truffières have been established with Tuber melanosporum Vittad. infected plants but more recently fruiting bodies of Tuber borchii Vittad. and Tuber aestivum Vittad. have been harvested. Chile followed by Argentina and South Africa were the next to get involved and produced in 2009, 2014 and 2015 respectively. Over the past 10 years alternative techniques have been tried in Italy, China and New Zealand in attempts to control contaminating ectomycorrhizal fungi in the nursery – arguably the most important problem facing the cultivation of truffles worldwide.

Le prime coltivazioni di Tuber melanosporum nell’emisfero sud sono state realizzate nella metà degli anni 80 in Nuova Zelanda e il primo ascoma è stato trovato nel 1993 a Gisborne. La coltivazione del tartufo in Australia è iniziata lo stesso anno e nel 1999 è stato trovato il primo tartufo in Tasmania (Australia). Allo stato attuale sono state realizzate più di 150 piccole tartufaie di T. melanosporum in Nuova Zelanda e circa 200-250 in Australia, generalmente di più grandi dimensioni (fino a 35 ha). Nel 2016 la produzione di tartufi neri pregiati in Australia è stata di 13 tonnellate, ma si stima che nei prossimi anni possa raggiungere le 45 tonnellate. Più recentemente la tartuficoltura è stata introdotta con successo in Cile, Uruguay, Argentina e Sud Africa che hanno fatto registrare la prima produzione di tartufi nel 2009, 2014 e 2015 rispettivamente. L’introduzione della tartuficoltura in questi paesi ha richiesto un’attenta analisi delle caratteristiche climatiche per individuare le aree più idonee. Inoltre nella maggior parte dei casi le tartufaie sono state realizzate su terreni originariamente acidi o sub-acidi per cui è stato necessario correggere il pH mediante massicci ammendamenti calcarei. La scarsità od assenza in molte di queste aree di altre specie vegetali ectomicorriziche e la correzione del pH hanno limitato le contaminazione in campo con funghi ectomicorrizici estranei che in Europa rappresentano uno dei maggiori problemi della tartuficoltura. Anche in questi paesi vi sono, tuttavia, delle problematiche. Ad esempio in Nuova Zelanda, come d’altra parte in molti altri paesi, si lamenta una scarsa qualità delle piante micorrizate oggi in commercio. Le tecniche alternative di inoculazione recentemente sperimentate in Italia, Cina e Nuova Zelanda potrebbero limitare le contaminazioni con funghi ectomicorrizici diversi dal tartufo inoculato. Recentemente in alcuni di questi paesi (Australia e Nuova Zelanda) è stata introdotta con successo anche la coltivazione di Tuber borchii Vittad. e di Tuber aestivum Vittad