Le prime quattro commedie di Alfieri – tra le sei scritte negli ultimi anni della sua vita – costituiscono la cosiddetta tetralogia politica, ovvero, quattro drammi, L’uno, I pochi, I troppi e L’antidoto, che vertono su quattro differenti forme di governo, rispettivamente la monarchia, l’oligarchia, la democrazia e la moderna monarchia costituzionale esemplata sul modello inglese. Sin dalle origini della riflessione ideologico-politica di Alfieri, la monarchia e l’oligarchia sono fortemente criticate perché da sempre reprimono i diritti e le libertà dei popoli. Mentre un atteggiamento di favore e di speranza viene riservato alla spinta vitale e autentica del popolo che potrebbe essere in grado di attivare o ripristinare le virtuose dinamiche istituzionali delle grandi repubbliche del passato. Tuttavia, com’è noto, questa speranza si spegne in seguito agli sviluppi - nefasti per Alfieri - della rivoluzione francese, rea di avere instaurato, attraverso la maschera ideologica del governo popolare, un regime ancor più tirannico della monarchia e dell’oligarchia. Alfieri, come testimoniano i suoi scritti, dovrà dunque modificare le proprie idee sulla propria filosofia politica e quindi sulla funzione storico-sociale del popolo, benché su questo tema le sue posizioni rimarranno essenzialmente conservatrici. Sarà dunque utile a questo proposito, prima di circoscrivere alcuni stralci dei testi delle commedie, ripercorrere alcuni passi delle sue opere (non solo teoriche) più significative nei quali l’autore si sofferma sul tema del ʻpopoloʼ.
Giunta, F. (2017). Popolo, plebe e cittadini nelle commedie politiche di Alfieri. GRISELDAONLINE, 16, 1-22.
Popolo, plebe e cittadini nelle commedie politiche di Alfieri
Giunta Fabio
2017
Abstract
Le prime quattro commedie di Alfieri – tra le sei scritte negli ultimi anni della sua vita – costituiscono la cosiddetta tetralogia politica, ovvero, quattro drammi, L’uno, I pochi, I troppi e L’antidoto, che vertono su quattro differenti forme di governo, rispettivamente la monarchia, l’oligarchia, la democrazia e la moderna monarchia costituzionale esemplata sul modello inglese. Sin dalle origini della riflessione ideologico-politica di Alfieri, la monarchia e l’oligarchia sono fortemente criticate perché da sempre reprimono i diritti e le libertà dei popoli. Mentre un atteggiamento di favore e di speranza viene riservato alla spinta vitale e autentica del popolo che potrebbe essere in grado di attivare o ripristinare le virtuose dinamiche istituzionali delle grandi repubbliche del passato. Tuttavia, com’è noto, questa speranza si spegne in seguito agli sviluppi - nefasti per Alfieri - della rivoluzione francese, rea di avere instaurato, attraverso la maschera ideologica del governo popolare, un regime ancor più tirannico della monarchia e dell’oligarchia. Alfieri, come testimoniano i suoi scritti, dovrà dunque modificare le proprie idee sulla propria filosofia politica e quindi sulla funzione storico-sociale del popolo, benché su questo tema le sue posizioni rimarranno essenzialmente conservatrici. Sarà dunque utile a questo proposito, prima di circoscrivere alcuni stralci dei testi delle commedie, ripercorrere alcuni passi delle sue opere (non solo teoriche) più significative nei quali l’autore si sofferma sul tema del ʻpopoloʼ.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.