A partire dalla differenza che Giambattista Marino istituisce nella predica sulla Pittura delle Dicerie sacre tra la « pittura degli uomini », cui spetta la sola adorazione di dulia, e la pittura divina, che merita l’adorazione di latria, il saggio intende esplicitare lo stretto nesso che congiunge questioni di ordine sia politico che teologico. Se da un lato la definizione di Marino si innesta nella controversa questione dottrinale relativa all’adorazione delle immagini, rinvigorita dalla densa letteratura prodotta sia dal fronte cattolico che da quello dei riformisti in seguito alla definizione del decreto De invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum, et de sacris imaginibus [Sessio xxv (3-4 dec. 1563)] del Concilio di Trento, dall’altro il poeta, “finto predicatore”, trasforma la tradizionale letteratura sacra relativa alla Sacra Sindone in un nuovo genere che, tra omiletica e prosa d’arte, offre al duca Carlo Emanuele, attraverso l’encomio della reliquia, dei Savoia e della capitale del ducato, uno strumento da impiegare nello scenario politico e culturale europeo con il fine di accreditare Torino quale nuovo grande centro della civiltà cattolica.

Giunta, F. (2017). La Pittura di Giovan Battista Marino. Note sull'adorazione della Sacra Sindone tra Cinque e Seicento. STUDI E PROBLEMI DI CRITICA TESTUALE, 95(2), 127-148 [10.19272/201708302007].

La Pittura di Giovan Battista Marino. Note sull'adorazione della Sacra Sindone tra Cinque e Seicento

Giunta Fabio
2017

Abstract

A partire dalla differenza che Giambattista Marino istituisce nella predica sulla Pittura delle Dicerie sacre tra la « pittura degli uomini », cui spetta la sola adorazione di dulia, e la pittura divina, che merita l’adorazione di latria, il saggio intende esplicitare lo stretto nesso che congiunge questioni di ordine sia politico che teologico. Se da un lato la definizione di Marino si innesta nella controversa questione dottrinale relativa all’adorazione delle immagini, rinvigorita dalla densa letteratura prodotta sia dal fronte cattolico che da quello dei riformisti in seguito alla definizione del decreto De invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum, et de sacris imaginibus [Sessio xxv (3-4 dec. 1563)] del Concilio di Trento, dall’altro il poeta, “finto predicatore”, trasforma la tradizionale letteratura sacra relativa alla Sacra Sindone in un nuovo genere che, tra omiletica e prosa d’arte, offre al duca Carlo Emanuele, attraverso l’encomio della reliquia, dei Savoia e della capitale del ducato, uno strumento da impiegare nello scenario politico e culturale europeo con il fine di accreditare Torino quale nuovo grande centro della civiltà cattolica.
2017
Giunta, F. (2017). La Pittura di Giovan Battista Marino. Note sull'adorazione della Sacra Sindone tra Cinque e Seicento. STUDI E PROBLEMI DI CRITICA TESTUALE, 95(2), 127-148 [10.19272/201708302007].
Giunta, Fabio
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