L’ara funeraria della Vestale Cossinia venne riportata alla luce nel 1929 a seguito di smottamenti del terreno lungo la riva destra del fiume Aniene, a Tivoli, nei pressi dell’area in cui agli inizi del XX secolo era stata identificata una necropoli situata lungo la via Tiburtina. Secondo lo stile e le caratteristiche epigrafiche l’altare è stato datato alla prima metà del I secolo d.C. Recentemente il monumento ha subito atti vandalici consistenti in scritte a vernice sulla superficie scolpita. È nata quindi l’esigenza di documentare lo stato attuale e prevedere interventi diretti sul monumento. L’ara, finora rilevata solo mediante metodo diretto e documentazione fotografica, è stata interessata da una campagna di rilevamento nell’agosto 2016, che ha visto l’uso concorrente di 3D laser scanner e fotogrammetria digitale. Scopo del rilievo è stata in primo luogo la creazione di un modello virtuale con caratteristiche metriche e geometriche derivate dai dati del laser scanner e della fotogrammetria digitale che corrispondesse alla realtà dimensionale dell’opera, al fine di creare una documentazione accurata del monumento. Il modello si avvale poi della restituzione del colore e della resa della superficie lavorata a rilievo, così come è arrivata ai giorni nostri, comprese le recenti scritte imbrattanti a vernice. I dati per la creazione di tale modello con texture derivano dalle operazioni di fotogrammetria digitale: le foto sono state acquisite mediante fotocamera digitale reflex Nikon D5200 e mediante l’utilizzo di ColorChecker per il controllo del colore reale nelle successive fasi di bilanciamento digitale delle immagini. Mediante il programma di fotogrammetria Agisoft Photoscan è stato possibile creare un modello digitale che incorporasse gli aspetti dimensionali e una dettagliata restituzione del colore e della lavorazione superficiale del materiale lapideo, tramite texture del colore apparente. Il modello digitale rientra in un’azione di documentazione volta alla conservazione e valorizzazione del bene culturale, attraverso una delocalizzazione dell’originale – che verrà sottoposto a restauro e musealizzato ‐ e la duplicazione dell’opera da collocare in situ per mantenere memoria del monumento nel suo contesto originario. Inoltre, l’attenta restituzione del colore si prefigge di operare un restauro digitale di duplice natura: in primis l’operazione si propone di rimuovere digitalmente le scritte vandaliche ripristinando l’aspetto della superficie lapidea; successivamente il modello digitale verrà utilizzato come base per ipotizzare il colore proprio del manufatto in antico.
Benedetta, A., Gianna, B. (2017). L'ara della Vestale Cossinia: ipotesi di restauro virtuale del colore. Milano : Gruppo del Colore - Associazione Italiana Colore.
L'ara della Vestale Cossinia: ipotesi di restauro virtuale del colore
Gianna Bertacchi
2017
Abstract
L’ara funeraria della Vestale Cossinia venne riportata alla luce nel 1929 a seguito di smottamenti del terreno lungo la riva destra del fiume Aniene, a Tivoli, nei pressi dell’area in cui agli inizi del XX secolo era stata identificata una necropoli situata lungo la via Tiburtina. Secondo lo stile e le caratteristiche epigrafiche l’altare è stato datato alla prima metà del I secolo d.C. Recentemente il monumento ha subito atti vandalici consistenti in scritte a vernice sulla superficie scolpita. È nata quindi l’esigenza di documentare lo stato attuale e prevedere interventi diretti sul monumento. L’ara, finora rilevata solo mediante metodo diretto e documentazione fotografica, è stata interessata da una campagna di rilevamento nell’agosto 2016, che ha visto l’uso concorrente di 3D laser scanner e fotogrammetria digitale. Scopo del rilievo è stata in primo luogo la creazione di un modello virtuale con caratteristiche metriche e geometriche derivate dai dati del laser scanner e della fotogrammetria digitale che corrispondesse alla realtà dimensionale dell’opera, al fine di creare una documentazione accurata del monumento. Il modello si avvale poi della restituzione del colore e della resa della superficie lavorata a rilievo, così come è arrivata ai giorni nostri, comprese le recenti scritte imbrattanti a vernice. I dati per la creazione di tale modello con texture derivano dalle operazioni di fotogrammetria digitale: le foto sono state acquisite mediante fotocamera digitale reflex Nikon D5200 e mediante l’utilizzo di ColorChecker per il controllo del colore reale nelle successive fasi di bilanciamento digitale delle immagini. Mediante il programma di fotogrammetria Agisoft Photoscan è stato possibile creare un modello digitale che incorporasse gli aspetti dimensionali e una dettagliata restituzione del colore e della lavorazione superficiale del materiale lapideo, tramite texture del colore apparente. Il modello digitale rientra in un’azione di documentazione volta alla conservazione e valorizzazione del bene culturale, attraverso una delocalizzazione dell’originale – che verrà sottoposto a restauro e musealizzato ‐ e la duplicazione dell’opera da collocare in situ per mantenere memoria del monumento nel suo contesto originario. Inoltre, l’attenta restituzione del colore si prefigge di operare un restauro digitale di duplice natura: in primis l’operazione si propone di rimuovere digitalmente le scritte vandaliche ripristinando l’aspetto della superficie lapidea; successivamente il modello digitale verrà utilizzato come base per ipotizzare il colore proprio del manufatto in antico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.