A Roma, con il papato Barberini, come è noto, si superano tutte le perplessità dichiarate nel Concilio di Trento e si imbocca risolutamente la via di un rilancio trionfalistico della fede attraverso le immagini. L'immagine, beninteso quella cristiana, depurata da ogni sovrastruttura mitologica e/o paganeggiante, diventa anzi il vero fulcro della politica culturale barberiniana1; l'arte, la festa, il teatro i canali privilegiati attraverso i quali far passare l'esaltazione della fede e della Chiesa, sua principale propagatrice. Di queste prospettive Gian Lorenzo Bernini è indubbiamente il protagonista: con la sua ricerca sui diversi linguaggi, studiati a fondo nelle peculiarità espressive dei materiali eppure uniti a creare contrasto o scambiati nelle rispettive funzioni. Antitesi e decezione, le forme più alte della metafora secondo il Tesauro, attivo a Roma in questi anni cruciali, attraversano così le diverse espressioni berniniane, da quelle forzatamente compresse nel tempo e nello spazio dell'opera artistica, a quella diffusa nello spazio della festa fino a quella dilatata nel tempo del teatro. Attraverso l'Estasi di Santa Teresa, il ponte di Sant'Angelo e gli spettacoli barberiniani si studiano dunque gli stretti rapporti che intercorrono fra le realizzazioni artistiche e quelle teatrali berniniane.
Entre l’art et le théâtre: antithèse et « tromperie » dans la poétique du Bernin / Tamburini E.. - STAMPA. - (2010), pp. 435-459. (Intervento presentato al convegno Colloque international d'histoire d'art “Rome-Paris, 1640. Transferts culturels et renaissance d'une école artistique” organisé par Marc Bayard tenutosi a Académie de France à Rome - Villa Medici nel 17-19 aprile 2008).
Entre l’art et le théâtre: antithèse et « tromperie » dans la poétique du Bernin
TAMBURINI, ELENA
2010
Abstract
A Roma, con il papato Barberini, come è noto, si superano tutte le perplessità dichiarate nel Concilio di Trento e si imbocca risolutamente la via di un rilancio trionfalistico della fede attraverso le immagini. L'immagine, beninteso quella cristiana, depurata da ogni sovrastruttura mitologica e/o paganeggiante, diventa anzi il vero fulcro della politica culturale barberiniana1; l'arte, la festa, il teatro i canali privilegiati attraverso i quali far passare l'esaltazione della fede e della Chiesa, sua principale propagatrice. Di queste prospettive Gian Lorenzo Bernini è indubbiamente il protagonista: con la sua ricerca sui diversi linguaggi, studiati a fondo nelle peculiarità espressive dei materiali eppure uniti a creare contrasto o scambiati nelle rispettive funzioni. Antitesi e decezione, le forme più alte della metafora secondo il Tesauro, attivo a Roma in questi anni cruciali, attraversano così le diverse espressioni berniniane, da quelle forzatamente compresse nel tempo e nello spazio dell'opera artistica, a quella diffusa nello spazio della festa fino a quella dilatata nel tempo del teatro. Attraverso l'Estasi di Santa Teresa, il ponte di Sant'Angelo e gli spettacoli barberiniani si studiano dunque gli stretti rapporti che intercorrono fra le realizzazioni artistiche e quelle teatrali berniniane.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.