Il saggio si propone di analizzare, alla luce delle più recenti e innovative indicazioni metodologiche provenienti dai Visual Studies, il concetto di «linguaggio visivo» elaborato da Artaud in alcuni suoi fondamentali interventi raccolti nel Teatro e il suo doppio e, successivamente, riproposto lungo tutta la sua opera. Tale concetto non solo lo pone in un rapporto di profondo antagonismo con la più diffusa teoria e pratica teatrale dell’epoca, ma lo proietta al di là di uno spazio teatrale inteso nei termini anche più radicalmente sperimentali e innovativi, per avvicinarlo, invece, all’ambito delle arti figurative attraverso un intreccio estremamente originale e problematico tra linguaggi verbali e linguaggi visivi. Lo testimoniano gran parte degli scritti occasionali e delle opere più note di Artaud. Il saggio da lui dedicato, un anno prima della morte, a Van Gogh costituisce senza dubbio il vertice di questa parabola intellettuale. Si tratta di un percorso le cui diramazioni arrivano – proprio attraverso la mediazione diretta o indiretta di Artaud – fino alla più significative esperienze artistiche del secondo Novecento, come dimostra un trittico di Francis Bacon ispirato a un anonimo personaggio dal nome Sweeney ricorrente nella poesia di Eliot.

Il "linguaggio visivo" di Artaud

Vanessa Pietrantonio
2017

Abstract

Il saggio si propone di analizzare, alla luce delle più recenti e innovative indicazioni metodologiche provenienti dai Visual Studies, il concetto di «linguaggio visivo» elaborato da Artaud in alcuni suoi fondamentali interventi raccolti nel Teatro e il suo doppio e, successivamente, riproposto lungo tutta la sua opera. Tale concetto non solo lo pone in un rapporto di profondo antagonismo con la più diffusa teoria e pratica teatrale dell’epoca, ma lo proietta al di là di uno spazio teatrale inteso nei termini anche più radicalmente sperimentali e innovativi, per avvicinarlo, invece, all’ambito delle arti figurative attraverso un intreccio estremamente originale e problematico tra linguaggi verbali e linguaggi visivi. Lo testimoniano gran parte degli scritti occasionali e delle opere più note di Artaud. Il saggio da lui dedicato, un anno prima della morte, a Van Gogh costituisce senza dubbio il vertice di questa parabola intellettuale. Si tratta di un percorso le cui diramazioni arrivano – proprio attraverso la mediazione diretta o indiretta di Artaud – fino alla più significative esperienze artistiche del secondo Novecento, come dimostra un trittico di Francis Bacon ispirato a un anonimo personaggio dal nome Sweeney ricorrente nella poesia di Eliot.
2017
Vanessa, Pietrantonio
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