Il fansubbing, anche noto genericamente come sottotitolazione non professionale, è un fenomeno che, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, è stato capace di conquistare gli utenti giovani e meno giovani della rete globale appassionati di serie televisive trasformandosi in un fandom a tutti gli effetti. Nonostante le rigide norme che governano la traduzione audiovisiva, nello specifico la sottotitolazione, la produzione di sottotitoli non professionali è stata, fin dai suoi esordi, pratica sociale e culturale attentamente osservata e analizzata nei suoi aspetti più caratteristici: produrre gratuitamente e il più velocemente possibile sottotitoli per assecondare la richiesta degli utenti di Internet di vedere le proprie serie televisive preferite quasi in contemporanea alla messa in onda nel paese di origine. Un’attività senza sosta, non retribuita e svolta nell’anonimato, che coinvolge interi gruppi di fansubber, i quali nel mondo al di fuori della rete ricoprono, professionalmente parlando, posizioni assolutamente diverse da quella del traduttore o del sottotitolista. ‘L’invasione di campo’ dei fansubber nel mondo ufficiale della traduzione audiovisiva ha indubbiamente generato accese polemiche tra i professionisti del settore, in particolare in riferimento alla non professionalità dei sottotitoli prodotti dai fansubber, evidente, rispetto alle norme della traduzione audiovisiva, nei numerosi errori formali e traduttivo-linguistici presenti nel prodotto finale. Tuttavia, se da un lato l’attività di ‘sconfinamento’ dei fansubber sollevi grandi critiche tra i professionisti, culturalmente e socialmente le loro pratiche sono invece ben accette, tanto in Italia, ad esempio, dove i fansubber iniziano ad essere denominati ‘eroi dei sottotitoli’, quanto in Cina, dove è stato riconosciuto loro il ruolo di ‘disseminatori di conoscenza nell’era di Internet’. Se in un Paese come l'Italia, dove i prodotti audiovisivi seriali sono di norma doppiati, il fansubbing è pratica ormai diffusa e consolidata tra i più giovani e non solo, cosa succede in Cina, nazione che nei confronti dei prodotti culturali e sottoculturali stranieri si è dimostrata piuttosto rericente? Il presente contributo vuole essere un'istantanea del fansubbing in Cina, un fenomeno con caratteristiche proprie e nel suo genere uniche, di cui chi scrive si sta interessando in prospettiva della didattica della lingua e della traduzione.
Zuccheri, S. (2017). Fansubbing alla cinese: caratteristiche del fenomeno e prospettive didattica. Milano : FrancoAngeli.
Fansubbing alla cinese: caratteristiche del fenomeno e prospettive didattica
Serena Zuccheri
2017
Abstract
Il fansubbing, anche noto genericamente come sottotitolazione non professionale, è un fenomeno che, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, è stato capace di conquistare gli utenti giovani e meno giovani della rete globale appassionati di serie televisive trasformandosi in un fandom a tutti gli effetti. Nonostante le rigide norme che governano la traduzione audiovisiva, nello specifico la sottotitolazione, la produzione di sottotitoli non professionali è stata, fin dai suoi esordi, pratica sociale e culturale attentamente osservata e analizzata nei suoi aspetti più caratteristici: produrre gratuitamente e il più velocemente possibile sottotitoli per assecondare la richiesta degli utenti di Internet di vedere le proprie serie televisive preferite quasi in contemporanea alla messa in onda nel paese di origine. Un’attività senza sosta, non retribuita e svolta nell’anonimato, che coinvolge interi gruppi di fansubber, i quali nel mondo al di fuori della rete ricoprono, professionalmente parlando, posizioni assolutamente diverse da quella del traduttore o del sottotitolista. ‘L’invasione di campo’ dei fansubber nel mondo ufficiale della traduzione audiovisiva ha indubbiamente generato accese polemiche tra i professionisti del settore, in particolare in riferimento alla non professionalità dei sottotitoli prodotti dai fansubber, evidente, rispetto alle norme della traduzione audiovisiva, nei numerosi errori formali e traduttivo-linguistici presenti nel prodotto finale. Tuttavia, se da un lato l’attività di ‘sconfinamento’ dei fansubber sollevi grandi critiche tra i professionisti, culturalmente e socialmente le loro pratiche sono invece ben accette, tanto in Italia, ad esempio, dove i fansubber iniziano ad essere denominati ‘eroi dei sottotitoli’, quanto in Cina, dove è stato riconosciuto loro il ruolo di ‘disseminatori di conoscenza nell’era di Internet’. Se in un Paese come l'Italia, dove i prodotti audiovisivi seriali sono di norma doppiati, il fansubbing è pratica ormai diffusa e consolidata tra i più giovani e non solo, cosa succede in Cina, nazione che nei confronti dei prodotti culturali e sottoculturali stranieri si è dimostrata piuttosto rericente? Il presente contributo vuole essere un'istantanea del fansubbing in Cina, un fenomeno con caratteristiche proprie e nel suo genere uniche, di cui chi scrive si sta interessando in prospettiva della didattica della lingua e della traduzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.