Le architetture fortificate costituiscono un patrimonio diffuso sul territorio nazionale. La loro costruzione ha da sempre modificato il paesaggio, segnando le vie di popolamento, raccontando le modalità di presidio e di occupazione di un territorio, assolvendo a funzione di baluardo strategico per proteggere un nucleo abitato e fornire un valido rifugio alle popolazioni delle campagne in caso di pericolo. (...) Queste architetture sono difficili da studiare per la scarsezza dei documenti di archivio; difficili da avvicinare per la natura impervia dei siti in cui si trovano e per lo stretto rapporto che queste hanno intessuto con la natura che le circonda (e spesso le invade); difficili da indagare per le loro dimensioni e per la loro articolazione frutto spesso di successive stratificazioni e modificazioni d’uso ma soprattutto difficili da analizzare a causa del loro stato di conservazione trovandosi allo stato di rudere. (...) II contributo vuole focalizzarsi sulle diverse tecniche e i metodi adoperati per il rilevamento di queste architetture le cui caratteristiche hanno in passato reso difficile se non impossibile un effettivo rilievo di queste fabbriche. Il rilievo di un rudere richiede, molto più che il rilievo di un manufatto integro, capacità di lettura ed interpretazione dello spazio e dell’architettura per meglio gestire le fasi di documentazione ed elaborazione dei dati. Attraverso una serie di casi studio di architetture fortificate allo stato d rudere intendiamo far comprendere innanzitutto la ratio che ha guidato le scelte relative ai metodi e strumenti e mettere in evidenza le potenzialità e i limiti di tali scelte anche in termini economici. (...)Come operatori chiamati quotidianamente a confrontarci con i beni culturali edificati riteniamo sia necessaria una consapevole assunzione di responsabilità ed una approfondita riflessione proprio sulle potenzialità (ma anche sui limiti) che le nuove tecnologie e la loro integrazione ci stanno offrendo, e, nel nostro caso, il confronto con manufatti fortificati allo stato di rudere, ha costituito un’incredibile quanto interessante occasione per confrontarsi e ragionare su questo.
Andrea, U., Federico, F. (2017). ROCCHE E CASTELLI ALLO STATO DI RUDERE. METODOLOGIE E TECNICHE DI RILIEVO NELL'ERA DIGITALE. ANANKE, Numero speciale Novembre 2017, 43-48.
ROCCHE E CASTELLI ALLO STATO DI RUDERE. METODOLOGIE E TECNICHE DI RILIEVO NELL'ERA DIGITALE
Andrea Ugolini;Federico Fallavollita
2017
Abstract
Le architetture fortificate costituiscono un patrimonio diffuso sul territorio nazionale. La loro costruzione ha da sempre modificato il paesaggio, segnando le vie di popolamento, raccontando le modalità di presidio e di occupazione di un territorio, assolvendo a funzione di baluardo strategico per proteggere un nucleo abitato e fornire un valido rifugio alle popolazioni delle campagne in caso di pericolo. (...) Queste architetture sono difficili da studiare per la scarsezza dei documenti di archivio; difficili da avvicinare per la natura impervia dei siti in cui si trovano e per lo stretto rapporto che queste hanno intessuto con la natura che le circonda (e spesso le invade); difficili da indagare per le loro dimensioni e per la loro articolazione frutto spesso di successive stratificazioni e modificazioni d’uso ma soprattutto difficili da analizzare a causa del loro stato di conservazione trovandosi allo stato di rudere. (...) II contributo vuole focalizzarsi sulle diverse tecniche e i metodi adoperati per il rilevamento di queste architetture le cui caratteristiche hanno in passato reso difficile se non impossibile un effettivo rilievo di queste fabbriche. Il rilievo di un rudere richiede, molto più che il rilievo di un manufatto integro, capacità di lettura ed interpretazione dello spazio e dell’architettura per meglio gestire le fasi di documentazione ed elaborazione dei dati. Attraverso una serie di casi studio di architetture fortificate allo stato d rudere intendiamo far comprendere innanzitutto la ratio che ha guidato le scelte relative ai metodi e strumenti e mettere in evidenza le potenzialità e i limiti di tali scelte anche in termini economici. (...)Come operatori chiamati quotidianamente a confrontarci con i beni culturali edificati riteniamo sia necessaria una consapevole assunzione di responsabilità ed una approfondita riflessione proprio sulle potenzialità (ma anche sui limiti) che le nuove tecnologie e la loro integrazione ci stanno offrendo, e, nel nostro caso, il confronto con manufatti fortificati allo stato di rudere, ha costituito un’incredibile quanto interessante occasione per confrontarsi e ragionare su questo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.