Il libro postumo di Pino Fasano diventa un'occasione per ricostruire il suo metodo di lavoro, consistente in indagini anche molto ravvicinate della molteplicità e della plurivocità della parola romanzesca, con continue precisazioni nel senso della specificità dei singoli referti, connessi tuttavia entro una salda visione d’insieme che assicura alla trama interpretativa una sua compattezza. Concedendo la massima udienza alla voce autoriale, Fasano indaga sulla dimensione metanarrativa di Manzoni, uno degli scrittori tra i più sensibili nel coltivare una «autocoscienza problematica del proprio lavoro», avvertendo una particolare «esigenza di consapevolezza». In questo modo i "Promessi sposi" è quasi considerato un doppio libro, e il suo autore un ventriloquo che rende protagonista della sua opera non solo la compagnia dei tanti personaggi, ma l’atto stesso del raccontare, grazie anche all’espediente del manoscritto ritrovato. Di solito i critici si dedicano a questa componente prendendo in esame la sola introduzione, mentre Fasano la segue puntigliosamente lungo tutto il romanzo, dedicando il suo libro al fenomeno della "mise en abîme".
Battistini A. (2008). P. Fasano, L’imbroglio romanzesco. Una teoria della comunicazione nei «Promessi sposi», Firenze, Le Monnier, 2007. TESTO, XXIX, n. 55, 156-161.
P. Fasano, L’imbroglio romanzesco. Una teoria della comunicazione nei «Promessi sposi», Firenze, Le Monnier, 2007
BATTISTINI, ANDREA
2008
Abstract
Il libro postumo di Pino Fasano diventa un'occasione per ricostruire il suo metodo di lavoro, consistente in indagini anche molto ravvicinate della molteplicità e della plurivocità della parola romanzesca, con continue precisazioni nel senso della specificità dei singoli referti, connessi tuttavia entro una salda visione d’insieme che assicura alla trama interpretativa una sua compattezza. Concedendo la massima udienza alla voce autoriale, Fasano indaga sulla dimensione metanarrativa di Manzoni, uno degli scrittori tra i più sensibili nel coltivare una «autocoscienza problematica del proprio lavoro», avvertendo una particolare «esigenza di consapevolezza». In questo modo i "Promessi sposi" è quasi considerato un doppio libro, e il suo autore un ventriloquo che rende protagonista della sua opera non solo la compagnia dei tanti personaggi, ma l’atto stesso del raccontare, grazie anche all’espediente del manoscritto ritrovato. Di solito i critici si dedicano a questa componente prendendo in esame la sola introduzione, mentre Fasano la segue puntigliosamente lungo tutto il romanzo, dedicando il suo libro al fenomeno della "mise en abîme".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.