E’ consuetudine per i Bolognesi, quando le temperature diventano più miti, ritrovarsi la domenica mattina nel cuore della città medioevale, ossia nella vasta Piazza Maggiore dominata dalla basilica gotica di San Petronio da un lato e dal medioevale Palazzo del Podestà dall’altro. Ma c’è anche chi preferisce rifugiarsi in una delle oasi verdi che la città fortunatamente può offrire, quali il Giardino pubblico della “Montagnola”, poco distante dalla Stazione ferroviaria, l’Orto Botanico, nell’area universitaria, od ancora i Giardini Margherita posti a lato dell’antica strada pedemontana etrusca che, costeggiando ed evitando le colline bolognesi, raggiungeva la città di Marzabotto. I Giardini Margherita, quindi, non costituiscono semplicemente un parco dove i bambini possono giocare, gli anziani ritrovarsi o i più atletici fare qualche corsetta in piena libertà: racchiudono in se un “pezzo” di storia, a testimonianza della vetustà di Bologna. E’ qui che si possono ammirare i resti dei primi insediamenti del centro abitato etrusco di Felsinea e delle sue importanti necropoli. Infatti, durante i lavori per la realizzazione del parco dei Giardini Margherita (eseguiti fra il 1874 ed il 1879) venne alla luce un sepolcreto etrusco dal quale proviene la pregevole tomba in travertino che oggi si ammira ai margini del prato centrale. Domenica 11 maggio i Bolognesi hanno avuto un’occasione in più per affollare i Giardini Margherita: si è svolta, infatti, la VI edizione di “Giardini e Terrazzi”, un’importante manifestazione (apertasi il giorno 9) dedicata al verde professionale. Prima, però, di curiosare fra i vari stands della manifestazione, ci soffermeremo ad ammirare questo pregevole polmone verde di Bologna per scoprirne anche la storia. I Giardini Margherita Tutto ha inizio nel 1868, quando il Comune di Bologna approva l’acquisto di un terreno di circa 26 ettari lungo le ultime vestigia di mura fra Porta Castiglione e Porta Santo Stefano, luogo dove esisteva fin dal’300 uno dei primi conventi di clarisse della città: una piccola chiesa dedicata a Santa Chiara andata purtroppo distrutta sul finire dell’800. Lo scopo era quello di dotare Bologna di un grande spazio verde pubblico sull’esempio delle maggiori città italiane ed europee. Il progetto fu affidato al Conte Ernesto Balbo Bertone di Sambuy (1833-1909), che aveva già validamente operato nel parco del Valentino a Torino. Fu lo stesso Sambuy, a cui venne in seguito concessa la cittadinanza onoraria della città, che dette inizio ai lavori e seguì personalmente l’esecuzione del proprio progetto messo in opera dall’ingegner Tubertini. Fu allora che nacque la vastissima necropoli etrusca, ricchissima di reperti, oggi conservati al Museo Civico Archeologico di Bologna. Con una delibera del 1879 si decise di intitolare il parco “al nome di Sua Maestà la Regina Margherita”, e quindi lo si chiamò “Passeggio Regina Margherita”, divenendo nell’uso corrente per i bolognesi “Giardini Margherita”. L’apertura ufficiale venne celebrata con una fastosa cerimonia il 6 luglio dello stesso anno. Oggi, i Giardini conservano ancora buona parte dell’assetto originario, vagamente ispirato ai parchi romantici inglesi, con i suoi ampi viali alberati, il laghetto contornato da finte scogliere di gesso, le vaste superfici a prato, i boschetti di querce e gli altri angoli naturali: un corredo di notevoli esemplari arborei autoctoni o di provenienza esotica, quali cedri, pini, tassi, ippocastani, platani, tigli, magnolie, cipressi calvi, qualche farnia, una sequoia. Il forte e suggestivo impatto visivo deriva proprio dalle armonie o dai contrasti del fogliame e delle piante arboree disposte in gruppi che si aprono su ampi spazi all’interno di un tracciato costituito da viali principali e secondari. I percorsi, tra cui spicca quello del laghetto creato con le acque dell’antico canale Savena (1176) e corredato di chalet, ponticello, isola artificiale, flora e fauna acquatica, sono di parti...
M.G.Bellardi (2008). Bologna in fiore con la VI edizione di “Giardini e Terrazzi". FLORTECNICA, 6, 26-29.
Bologna in fiore con la VI edizione di “Giardini e Terrazzi"
BELLARDI, MARIA GRAZIA
2008
Abstract
E’ consuetudine per i Bolognesi, quando le temperature diventano più miti, ritrovarsi la domenica mattina nel cuore della città medioevale, ossia nella vasta Piazza Maggiore dominata dalla basilica gotica di San Petronio da un lato e dal medioevale Palazzo del Podestà dall’altro. Ma c’è anche chi preferisce rifugiarsi in una delle oasi verdi che la città fortunatamente può offrire, quali il Giardino pubblico della “Montagnola”, poco distante dalla Stazione ferroviaria, l’Orto Botanico, nell’area universitaria, od ancora i Giardini Margherita posti a lato dell’antica strada pedemontana etrusca che, costeggiando ed evitando le colline bolognesi, raggiungeva la città di Marzabotto. I Giardini Margherita, quindi, non costituiscono semplicemente un parco dove i bambini possono giocare, gli anziani ritrovarsi o i più atletici fare qualche corsetta in piena libertà: racchiudono in se un “pezzo” di storia, a testimonianza della vetustà di Bologna. E’ qui che si possono ammirare i resti dei primi insediamenti del centro abitato etrusco di Felsinea e delle sue importanti necropoli. Infatti, durante i lavori per la realizzazione del parco dei Giardini Margherita (eseguiti fra il 1874 ed il 1879) venne alla luce un sepolcreto etrusco dal quale proviene la pregevole tomba in travertino che oggi si ammira ai margini del prato centrale. Domenica 11 maggio i Bolognesi hanno avuto un’occasione in più per affollare i Giardini Margherita: si è svolta, infatti, la VI edizione di “Giardini e Terrazzi”, un’importante manifestazione (apertasi il giorno 9) dedicata al verde professionale. Prima, però, di curiosare fra i vari stands della manifestazione, ci soffermeremo ad ammirare questo pregevole polmone verde di Bologna per scoprirne anche la storia. I Giardini Margherita Tutto ha inizio nel 1868, quando il Comune di Bologna approva l’acquisto di un terreno di circa 26 ettari lungo le ultime vestigia di mura fra Porta Castiglione e Porta Santo Stefano, luogo dove esisteva fin dal’300 uno dei primi conventi di clarisse della città: una piccola chiesa dedicata a Santa Chiara andata purtroppo distrutta sul finire dell’800. Lo scopo era quello di dotare Bologna di un grande spazio verde pubblico sull’esempio delle maggiori città italiane ed europee. Il progetto fu affidato al Conte Ernesto Balbo Bertone di Sambuy (1833-1909), che aveva già validamente operato nel parco del Valentino a Torino. Fu lo stesso Sambuy, a cui venne in seguito concessa la cittadinanza onoraria della città, che dette inizio ai lavori e seguì personalmente l’esecuzione del proprio progetto messo in opera dall’ingegner Tubertini. Fu allora che nacque la vastissima necropoli etrusca, ricchissima di reperti, oggi conservati al Museo Civico Archeologico di Bologna. Con una delibera del 1879 si decise di intitolare il parco “al nome di Sua Maestà la Regina Margherita”, e quindi lo si chiamò “Passeggio Regina Margherita”, divenendo nell’uso corrente per i bolognesi “Giardini Margherita”. L’apertura ufficiale venne celebrata con una fastosa cerimonia il 6 luglio dello stesso anno. Oggi, i Giardini conservano ancora buona parte dell’assetto originario, vagamente ispirato ai parchi romantici inglesi, con i suoi ampi viali alberati, il laghetto contornato da finte scogliere di gesso, le vaste superfici a prato, i boschetti di querce e gli altri angoli naturali: un corredo di notevoli esemplari arborei autoctoni o di provenienza esotica, quali cedri, pini, tassi, ippocastani, platani, tigli, magnolie, cipressi calvi, qualche farnia, una sequoia. Il forte e suggestivo impatto visivo deriva proprio dalle armonie o dai contrasti del fogliame e delle piante arboree disposte in gruppi che si aprono su ampi spazi all’interno di un tracciato costituito da viali principali e secondari. I percorsi, tra cui spicca quello del laghetto creato con le acque dell’antico canale Savena (1176) e corredato di chalet, ponticello, isola artificiale, flora e fauna acquatica, sono di parti...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


