L’articolo analizza il comportamento della stampa liberale (in particolare “Corriere della Sera”, “Giornale d’Italia”, “La Tribuna”, “Il Messaggero”, “Il Secolo XIX°”, “Il Mattino”, “Il Resto del Carlino, La Nazione”) di fronte al fascismo e alle manifestazioni di violenza dello squadrismo. Con l’eccezione di alcune testate, quali “La Stampa” e “Il Secolo” di Milano, “Il Paese” e poi “Il Mondo” di Giovanni Amendola, la stampa liberale si pone sin dal 1920 in un atteggiamento di accondiscendenza verso la violenza squadrista. Si evidenziano tre gradazioni di consenso: 1) piena legittimità delle azioni squadriste, sostenendo che i fascisti fanno ciò che lo Stato non vuole fare; 2) un atteggiamento di giustificazione, richiamando la minaccia rivoluzionaria socialista; 3) un’omissione delle violenze fasciste dalla cronaca, come se non esistesse una grave perturbazione della vita civile. Da questa ottica, il saggio intende mostrare l’incomprensione del fascismo manifestata dalla stampa quale specchio della più generale crisi della classe liberale. La vicinanza allo squadrismo dipende dal crescente nazionalismo diffuso nella società e dalla fascinazione verso soluzioni autoritarie. Anche la stampa liberale fatica ad assorbire la democrazia di massa sentendo come corpi estranei non soltanto i socialisti, ma anche i popolari finendo poi per illudersi che il fascismo sia una costola dell’ideologia liberale.

LA STAMPA LIBERALE DI FRONTE ALLO SQUADRISMO E AL FASCISMO 1919 – 1922

Mirco Dondi
2017

Abstract

L’articolo analizza il comportamento della stampa liberale (in particolare “Corriere della Sera”, “Giornale d’Italia”, “La Tribuna”, “Il Messaggero”, “Il Secolo XIX°”, “Il Mattino”, “Il Resto del Carlino, La Nazione”) di fronte al fascismo e alle manifestazioni di violenza dello squadrismo. Con l’eccezione di alcune testate, quali “La Stampa” e “Il Secolo” di Milano, “Il Paese” e poi “Il Mondo” di Giovanni Amendola, la stampa liberale si pone sin dal 1920 in un atteggiamento di accondiscendenza verso la violenza squadrista. Si evidenziano tre gradazioni di consenso: 1) piena legittimità delle azioni squadriste, sostenendo che i fascisti fanno ciò che lo Stato non vuole fare; 2) un atteggiamento di giustificazione, richiamando la minaccia rivoluzionaria socialista; 3) un’omissione delle violenze fasciste dalla cronaca, come se non esistesse una grave perturbazione della vita civile. Da questa ottica, il saggio intende mostrare l’incomprensione del fascismo manifestata dalla stampa quale specchio della più generale crisi della classe liberale. La vicinanza allo squadrismo dipende dal crescente nazionalismo diffuso nella società e dalla fascinazione verso soluzioni autoritarie. Anche la stampa liberale fatica ad assorbire la democrazia di massa sentendo come corpi estranei non soltanto i socialisti, ma anche i popolari finendo poi per illudersi che il fascismo sia una costola dell’ideologia liberale.
2017
Mirco, Dondi
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