La teoria delle categorie, sviluppata a partire dalla gnoseologia kantiana, riproduce il modello aristotelico delle forme di predicazione, cercando in tal modo di fornire un quadro esaustivo delle forme categoriali. Ma l’intento di Kant fallisce perché nessun calcolo predicativo, a differenza del calcolo proposizionale, può giungere a completezza. I neokantiani classici (Cohen, Natorp, Cassirer) introducono pertanto delle modificazioni essenziali, facendo rientrare nell’ambito categoriale lo spazio e il tempo e fondando i concetti e i giudizi sui principi o “proposizioni fondamentali”, in modo da render conto della struttura relazionale della divisione categoriale. Tuttavia, anche queste modifiche non risolvono il problema dell’intuizione e dell’individuazione, che i giovani neokantiani (in particolare Zocher, Hönigswald e Cramer) sviluppano nel senso di una “semantica trascendentale” in grado di mediare tra il principio e il fatto, la critica e il sistema. Husserl e la fenomenologia portano a compimento questa determinazione semantica delle categorie attraverso l’intuizione eidetica, la variazione e l’intenzionalità fungente, individuando nella coscienza temporale una nuova “logica dell’esperienza”.
Guidetti, L. (2017). Il problema delle categorie tra neokantismo e fenomenologia. RIVISTA DI FILOSOFIA NEOSCOLASTICA, 2017(3), 613-641 [10.26350/001050_000008].
Il problema delle categorie tra neokantismo e fenomenologia
Guidetti Luca
2017
Abstract
La teoria delle categorie, sviluppata a partire dalla gnoseologia kantiana, riproduce il modello aristotelico delle forme di predicazione, cercando in tal modo di fornire un quadro esaustivo delle forme categoriali. Ma l’intento di Kant fallisce perché nessun calcolo predicativo, a differenza del calcolo proposizionale, può giungere a completezza. I neokantiani classici (Cohen, Natorp, Cassirer) introducono pertanto delle modificazioni essenziali, facendo rientrare nell’ambito categoriale lo spazio e il tempo e fondando i concetti e i giudizi sui principi o “proposizioni fondamentali”, in modo da render conto della struttura relazionale della divisione categoriale. Tuttavia, anche queste modifiche non risolvono il problema dell’intuizione e dell’individuazione, che i giovani neokantiani (in particolare Zocher, Hönigswald e Cramer) sviluppano nel senso di una “semantica trascendentale” in grado di mediare tra il principio e il fatto, la critica e il sistema. Husserl e la fenomenologia portano a compimento questa determinazione semantica delle categorie attraverso l’intuizione eidetica, la variazione e l’intenzionalità fungente, individuando nella coscienza temporale una nuova “logica dell’esperienza”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.