Al centro dei saggi che compongono questo monografico vi sono due parole: sport e spazio. Tutti i lavori presentati sono frutto di ricerche etnografiche che analizzano lo spazio urbano concentrando l’attenzione su specifici luoghi (palestre di fitness e di boxe, campi sportivi, sale di danza etc.), ma anche piazze e strade di determinati contesti urbani (la periferia bolognese della Bolognina, gli spazi pubblici del Nord-Est italiano, quelli sportivi di Trento, Mantova, Trieste, Priolo, Modena, Pesaro, Bologna e ancora il distretto di Brooklyn a New York e i quartieri periferici di Chicago) al fine si studiare le pratiche di vita quotidiana di uomini e donne, ragazzi e ragazze, bambine e bambini (con un taglio dunque intergenerazionale) che praticano la stessa disciplina sportiva (boxe, danza classica, danza vodou, calcio, cricket, basket etc.) o le stesse attività fisico-corporee (i frequentatori delle palestre e dei centri di fitness e/o i partecipanti a eventi ludici urbani). Il senso che gli “abitanti” di queste “palestre” urbane danno allo sport non è riducibile a una semplice attività fisica, da cui la domanda che è al centro di questo monografico: come si diventa per esempio calciatori, ballerine, boxeurs, o, più semplicemente, frequentatori di una palestra? Come all’interno di questi luoghi o contesti urbani si produce e riproduce un sapere sul corpo? È solo un sapere sul corpo o un sapere che attraverso il corpo diventa mezzo di appartenenza ad una “comunità”?
Satta, C., Scandurra, G. (2015). Introduzione. Comunità di pratica, sport e spazi urbani. LA RICERCA FOLKLORICA, 70, 3-11.
Introduzione. Comunità di pratica, sport e spazi urbani
SATTA, CATERINA
;Scandurra G.
2015
Abstract
Al centro dei saggi che compongono questo monografico vi sono due parole: sport e spazio. Tutti i lavori presentati sono frutto di ricerche etnografiche che analizzano lo spazio urbano concentrando l’attenzione su specifici luoghi (palestre di fitness e di boxe, campi sportivi, sale di danza etc.), ma anche piazze e strade di determinati contesti urbani (la periferia bolognese della Bolognina, gli spazi pubblici del Nord-Est italiano, quelli sportivi di Trento, Mantova, Trieste, Priolo, Modena, Pesaro, Bologna e ancora il distretto di Brooklyn a New York e i quartieri periferici di Chicago) al fine si studiare le pratiche di vita quotidiana di uomini e donne, ragazzi e ragazze, bambine e bambini (con un taglio dunque intergenerazionale) che praticano la stessa disciplina sportiva (boxe, danza classica, danza vodou, calcio, cricket, basket etc.) o le stesse attività fisico-corporee (i frequentatori delle palestre e dei centri di fitness e/o i partecipanti a eventi ludici urbani). Il senso che gli “abitanti” di queste “palestre” urbane danno allo sport non è riducibile a una semplice attività fisica, da cui la domanda che è al centro di questo monografico: come si diventa per esempio calciatori, ballerine, boxeurs, o, più semplicemente, frequentatori di una palestra? Come all’interno di questi luoghi o contesti urbani si produce e riproduce un sapere sul corpo? È solo un sapere sul corpo o un sapere che attraverso il corpo diventa mezzo di appartenenza ad una “comunità”?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.