Le “ruggini” sono malattie fungine molto comuni sulle piante erbacee da fiore, la cui denominazione deriva dall’aspetto polverulento e dal tipico colore rosso-arancio delle lesioni causate dai patogeni coinvolti in alcune fasi del loro ciclo biologico. Basti pensare alla ruggine su iperico (Hypericum calycinum) dovuta a Uredo hyperici e U. hypericorum (Melampsora hypericorum) su cui ci siamo soffermati nel N° 218 di Giardini. I funghi responsabili di queste malattie, appartenenti all’ordine degli Uredinales, sono dei parassiti “obbligati”, in quanto incapaci di condurre vita saprofitaria. Le “ruggini” sono purtroppo malattie alquanto pericolose dato che se colpiscono le piante nei primi stadi di sviluppo, possono comprometterne la crescita (le foglie infette disseccano e cadono prematuramente) ed anche la fioritura, che può essere scarsa o persino assente. “Ruggini” bianche, brune, arancio, ecc. Le “ruggini” possono essere di vario colore, a seconda della pianta interessata e del fungo coinvolto. Spesso, infatti, alle macchie clorotiche che compaiono sulla pagina superiore delle foglie, corrispondono, su quella inferiore, delle pustole di colore bianco-ocra come avviene nella “ruggine bianca” del crisantemo infetto da Puccinia horiana o su altre erbacee da fiore, come la lunaria che, se affetta dalla “ruggine bianca delle crucifere” mostra su foglie e fusti dei piccoli rigonfiamenti pieni di una polvere biancastra (le spore). Di colore giallastro (ma poi rugginose) sono le pustole che caratterizzano le foglie di anemone e ranuncolo infette da Tranzschelia pruni-spinosae, mentre, nettamente di colore arancio sono quelle che, in aprile-maggio, compaiono sull’acetosella (Oxalis spp.) e che possono comprometterne completamente la crescita. Sono invece tipicamente brunastre o nerastre le pustole di ruggine sulle foglie del garofano (da Uromyces caryophyllinus), della primula (da Puccinia primulae), della vinca (da Puccinia vincae), dell’ibisco e delle malvacee in genere (da Puccinia malvacearum) e di tante altre specie ancora, primo fra tutti il geranio che, a causa dell’infezione (da Puccinia pelargonii-zonalis), può persino defogliarsi. Cosa fare? Il controllo dei patogeni agenti di ruggine si può effettuare, nel caso di infezioni iniziali e su piante poste a dimora in giardino o in quelle in vaso sul balcone, semplicemente eliminando le foglie che presentano le prime pustole, potenziali fonti di inoculo. In altri casi, quando gli episodi sono alquanto virulenti, oltre all’eliminazione della maggior parte dei tessuti colpiti, si possono effettuare degli interventi con principi attivi quali bitertanolo, ossicarbossina ed alcuni ditiocarbammati. Particolarmente efficace è il bitertanolo-45,5 (ad esempio Proclaim-Bayer CropsScience, non classificato) che va impiegato alla dose di 6 ml per 10 litri di acqua; questo prodotto possiede anche una buona azione antioidica.

"Ruggini" in giardino / Bellardi M.G.. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 1:(2008), pp. 42-42.

"Ruggini" in giardino

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2008

Abstract

Le “ruggini” sono malattie fungine molto comuni sulle piante erbacee da fiore, la cui denominazione deriva dall’aspetto polverulento e dal tipico colore rosso-arancio delle lesioni causate dai patogeni coinvolti in alcune fasi del loro ciclo biologico. Basti pensare alla ruggine su iperico (Hypericum calycinum) dovuta a Uredo hyperici e U. hypericorum (Melampsora hypericorum) su cui ci siamo soffermati nel N° 218 di Giardini. I funghi responsabili di queste malattie, appartenenti all’ordine degli Uredinales, sono dei parassiti “obbligati”, in quanto incapaci di condurre vita saprofitaria. Le “ruggini” sono purtroppo malattie alquanto pericolose dato che se colpiscono le piante nei primi stadi di sviluppo, possono comprometterne la crescita (le foglie infette disseccano e cadono prematuramente) ed anche la fioritura, che può essere scarsa o persino assente. “Ruggini” bianche, brune, arancio, ecc. Le “ruggini” possono essere di vario colore, a seconda della pianta interessata e del fungo coinvolto. Spesso, infatti, alle macchie clorotiche che compaiono sulla pagina superiore delle foglie, corrispondono, su quella inferiore, delle pustole di colore bianco-ocra come avviene nella “ruggine bianca” del crisantemo infetto da Puccinia horiana o su altre erbacee da fiore, come la lunaria che, se affetta dalla “ruggine bianca delle crucifere” mostra su foglie e fusti dei piccoli rigonfiamenti pieni di una polvere biancastra (le spore). Di colore giallastro (ma poi rugginose) sono le pustole che caratterizzano le foglie di anemone e ranuncolo infette da Tranzschelia pruni-spinosae, mentre, nettamente di colore arancio sono quelle che, in aprile-maggio, compaiono sull’acetosella (Oxalis spp.) e che possono comprometterne completamente la crescita. Sono invece tipicamente brunastre o nerastre le pustole di ruggine sulle foglie del garofano (da Uromyces caryophyllinus), della primula (da Puccinia primulae), della vinca (da Puccinia vincae), dell’ibisco e delle malvacee in genere (da Puccinia malvacearum) e di tante altre specie ancora, primo fra tutti il geranio che, a causa dell’infezione (da Puccinia pelargonii-zonalis), può persino defogliarsi. Cosa fare? Il controllo dei patogeni agenti di ruggine si può effettuare, nel caso di infezioni iniziali e su piante poste a dimora in giardino o in quelle in vaso sul balcone, semplicemente eliminando le foglie che presentano le prime pustole, potenziali fonti di inoculo. In altri casi, quando gli episodi sono alquanto virulenti, oltre all’eliminazione della maggior parte dei tessuti colpiti, si possono effettuare degli interventi con principi attivi quali bitertanolo, ossicarbossina ed alcuni ditiocarbammati. Particolarmente efficace è il bitertanolo-45,5 (ad esempio Proclaim-Bayer CropsScience, non classificato) che va impiegato alla dose di 6 ml per 10 litri di acqua; questo prodotto possiede anche una buona azione antioidica.
2008
"Ruggini" in giardino / Bellardi M.G.. - In: GIARDINI. - ISSN 0394-0853. - STAMPA. - 1:(2008), pp. 42-42.
Bellardi M.G.
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