Il presente contributo analizza la disciplina di licenziamenti introdotta dal decreto legislativo n. 23/2015, che per i nuovi assunti ha modificato le norme sulle sanzioni applicabili ai datori per tutti i tipi di licenziamento illegittimo (ossia discriminatori o comunque nulli; disciplinari infondati; licenziamenti indebitamente connessi alla condizione psicofisica del singolo dipendente; licenziamenti per motivo oggettivo e collettivi). Le innovazioni più importanti consistono in una riduzione delle sanzioni per licenziamenti illegittimi intimati da datori di lavoro con più di quindici dipendenti. Dopo aver analizzato le principali problematiche ermeneutiche generate delle nuove norme, l'Autore conclude che questa riforma, pur molto significativa, sia in continuità con le politiche del diritto degli anni recenti. In tal senso fanno propendere sia la riduzione delle tutele giuridiche nel rapporto lavorativo, in vista dello spostamento della protezione nel mercato del lavoro, sia la riduzione del potere decisorio discrezionale del giudice finalizzata ad una maggiore prevedibilità degli esiti delle controversie e quindi degli oneri aziendali.
Mainardi, S. (2017). L’ordinamento italiano e le “tutele crescenti” contro i licenziamenti illegittimi. ADL. ARGOMENTI DI DIRITTO DEL LAVORO, vol. XXIII(4-5), 845-863.
L’ordinamento italiano e le “tutele crescenti” contro i licenziamenti illegittimi
MAINARDI, SANDRO
2017
Abstract
Il presente contributo analizza la disciplina di licenziamenti introdotta dal decreto legislativo n. 23/2015, che per i nuovi assunti ha modificato le norme sulle sanzioni applicabili ai datori per tutti i tipi di licenziamento illegittimo (ossia discriminatori o comunque nulli; disciplinari infondati; licenziamenti indebitamente connessi alla condizione psicofisica del singolo dipendente; licenziamenti per motivo oggettivo e collettivi). Le innovazioni più importanti consistono in una riduzione delle sanzioni per licenziamenti illegittimi intimati da datori di lavoro con più di quindici dipendenti. Dopo aver analizzato le principali problematiche ermeneutiche generate delle nuove norme, l'Autore conclude che questa riforma, pur molto significativa, sia in continuità con le politiche del diritto degli anni recenti. In tal senso fanno propendere sia la riduzione delle tutele giuridiche nel rapporto lavorativo, in vista dello spostamento della protezione nel mercato del lavoro, sia la riduzione del potere decisorio discrezionale del giudice finalizzata ad una maggiore prevedibilità degli esiti delle controversie e quindi degli oneri aziendali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.