Agli inizi del 1900, la produzione petrolifera italiana era modesta, percentualmente molto minore di quella odierna. L’industria era localizzata prevalentemente in Emilia, dove si concentrarono i maggiori sforzi tecnologici, anche perché ormai era chiaro che a breve il petrolio sarebbe diventato indispensabile sia in tempo di pace e – purtroppo – anche in tempo di guerra. Ciò fu possibile grazie alla caparbietà di numerosi investitori privati, non sempre italiani, nel campo dell’esplorazione geologica, nella perforazione dei pozzi, e nella costruzione delle prime raffinerie. Ciononostante, il contributo nazionale al rifornimento di petrolio rimase sostanzialmente marginale ai fini bellici, e fu in gran parte importato. Questo saggio analizza la nascita e lo sviluppo dell’industria petrolifera in Italia tra il 1860 e il 1920, ed esamina il ruolo e il peso di questa industria a ridosso e durante la Grande Guerra. Il 1911 può essere considerato una pietra miliare della storia del petrolio, non solo in Italia, ma anche nel mondo: nel 1911 Winston Churchill fu nominato primo Lord dell’Ammiragliato, la massima carica civile della Royal Navy, e supportò i programmi di modernizzazione tecnica che dall’anno successivo videro la trasformazione del sistema di propulsione della flotta militare inglese dal carbone al petrolio, segnando l’avvio, ancorché convenzionale, della scalata del petrolio sul carbone. Nel 1911 il Governo Italiano promulgò il primo provvedimento a favore della ricerca petrolifera nazionale, concedendo premi economici per ogni metro di perforazione, legge fortemente criticata da Luigi Einaudi, e nello stesso anno fu pubblicato lo studio di Enrico Camerana e Bartolomeo Galdi I giacimenti petroleiferi dell’Emilia, che costituisce un’insostituibile testimonianza dello stato dell’industria petrolifera emiliana, allora la più importante di tutto il Paese.

L’industria petrolifera emiliana (1860-1920) e il suo contributo nella Grande Guerra

P. Macini
Conceptualization
;
E. Mesini
Methodology
2017

Abstract

Agli inizi del 1900, la produzione petrolifera italiana era modesta, percentualmente molto minore di quella odierna. L’industria era localizzata prevalentemente in Emilia, dove si concentrarono i maggiori sforzi tecnologici, anche perché ormai era chiaro che a breve il petrolio sarebbe diventato indispensabile sia in tempo di pace e – purtroppo – anche in tempo di guerra. Ciò fu possibile grazie alla caparbietà di numerosi investitori privati, non sempre italiani, nel campo dell’esplorazione geologica, nella perforazione dei pozzi, e nella costruzione delle prime raffinerie. Ciononostante, il contributo nazionale al rifornimento di petrolio rimase sostanzialmente marginale ai fini bellici, e fu in gran parte importato. Questo saggio analizza la nascita e lo sviluppo dell’industria petrolifera in Italia tra il 1860 e il 1920, ed esamina il ruolo e il peso di questa industria a ridosso e durante la Grande Guerra. Il 1911 può essere considerato una pietra miliare della storia del petrolio, non solo in Italia, ma anche nel mondo: nel 1911 Winston Churchill fu nominato primo Lord dell’Ammiragliato, la massima carica civile della Royal Navy, e supportò i programmi di modernizzazione tecnica che dall’anno successivo videro la trasformazione del sistema di propulsione della flotta militare inglese dal carbone al petrolio, segnando l’avvio, ancorché convenzionale, della scalata del petrolio sul carbone. Nel 1911 il Governo Italiano promulgò il primo provvedimento a favore della ricerca petrolifera nazionale, concedendo premi economici per ogni metro di perforazione, legge fortemente criticata da Luigi Einaudi, e nello stesso anno fu pubblicato lo studio di Enrico Camerana e Bartolomeo Galdi I giacimenti petroleiferi dell’Emilia, che costituisce un’insostituibile testimonianza dello stato dell’industria petrolifera emiliana, allora la più importante di tutto il Paese.
2017
La Grande Guerra. La scienza, le idee, gli uomini
39
58
Macini, Paolo; Mesini, Ezio
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