L’introduzione in oncologia di nuove terapie, in particolare quelle a bersaglio molecolare, ha condotto a notevoli progressi terapeutici, determinando miglior controllo del tumore, selettività terapeutica, ridotta tossicità. Tuttavia la prognosi per i pazienti affetti da tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in stadio avanzato risulta tuttora molto severa. Sebbene il più importante fattore prognostico sia attualmente costituito dallo stadio del tumore, la sopravvivenza di pazienti affetti da NSCLC e appartenenti allo stesso stadio risulta ampiamente variabile. Per queste ragioni, è necessario identificare marcatori prognostici più efficaci che siano in grado di stabilire quali tumori saranno sensibili o resistenti alle terapie. Questo condurrebbe ad una migliore gestione e stratificazione dei pazienti affetti da NSCLC, con notevoli implicazioni nella scelta dei trattamenti. L’analisi dell’eterogeneità neoplastica nei pazienti NSCLC, caratterizzata attraverso l’analisi strutturale mediante Tomografia Computerizzata (TC), ha mostrato notevoli potenzialità nel predire l’aggressività di un tumore. Anche più promettente è l’analisi dell’eterogeneità funzionale in grado di mettere in luce non solo le anomalie strutturali ma anche le disomogeneità funzionali presenti all’interno di un tumore. Tra le tecniche di imaging funzionale, particolare rilievo sta assumendo la TC perfusionale (TCp), che permette l’identificazione di pattern vascolari anomali, consentendo una valutazione precoce della risposta alle terapie citostatiche. In questo lavoro retrospettivo, valutiamo se alcuni indicatori, calcolabili a partire dalle mappe di valori perfusionali ottenute tramite TCp, possano essere utilizzati come marcatori prognostici. I risultati rilevano una coppia di indicatori in grado di separare pazienti affetti da NSCLC con diversa aspettativa di sopravvivenza. Viene confermata la comune aspettativa che una maggiore eterogeneità correli con una maggiore aggressività, riflettendosi gravemente sulla sopravvivenza dei pazienti. Si può quindi concludere che la misura emodinamica dell’eterogeneità tumorale rappresenti un significativo e oggettivo fattore prognostico, con possibili ricadute cliniche della TCp.

Baiocco, S., Bevilacqua, A., Barone, D., Delmonte, A., Gavelli, G. (2017). L’eterogeneità perfusionale: un biomarker prognostico per il cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC). IL GIORNALE ITALIANO DI RADIOLOGIA MEDICA, 4, 665-669.

L’eterogeneità perfusionale: un biomarker prognostico per il cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC)

BAIOCCO, SERENA;BEVILACQUA, ALESSANDRO;GAVELLI, GIAMPAOLO
2017

Abstract

L’introduzione in oncologia di nuove terapie, in particolare quelle a bersaglio molecolare, ha condotto a notevoli progressi terapeutici, determinando miglior controllo del tumore, selettività terapeutica, ridotta tossicità. Tuttavia la prognosi per i pazienti affetti da tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in stadio avanzato risulta tuttora molto severa. Sebbene il più importante fattore prognostico sia attualmente costituito dallo stadio del tumore, la sopravvivenza di pazienti affetti da NSCLC e appartenenti allo stesso stadio risulta ampiamente variabile. Per queste ragioni, è necessario identificare marcatori prognostici più efficaci che siano in grado di stabilire quali tumori saranno sensibili o resistenti alle terapie. Questo condurrebbe ad una migliore gestione e stratificazione dei pazienti affetti da NSCLC, con notevoli implicazioni nella scelta dei trattamenti. L’analisi dell’eterogeneità neoplastica nei pazienti NSCLC, caratterizzata attraverso l’analisi strutturale mediante Tomografia Computerizzata (TC), ha mostrato notevoli potenzialità nel predire l’aggressività di un tumore. Anche più promettente è l’analisi dell’eterogeneità funzionale in grado di mettere in luce non solo le anomalie strutturali ma anche le disomogeneità funzionali presenti all’interno di un tumore. Tra le tecniche di imaging funzionale, particolare rilievo sta assumendo la TC perfusionale (TCp), che permette l’identificazione di pattern vascolari anomali, consentendo una valutazione precoce della risposta alle terapie citostatiche. In questo lavoro retrospettivo, valutiamo se alcuni indicatori, calcolabili a partire dalle mappe di valori perfusionali ottenute tramite TCp, possano essere utilizzati come marcatori prognostici. I risultati rilevano una coppia di indicatori in grado di separare pazienti affetti da NSCLC con diversa aspettativa di sopravvivenza. Viene confermata la comune aspettativa che una maggiore eterogeneità correli con una maggiore aggressività, riflettendosi gravemente sulla sopravvivenza dei pazienti. Si può quindi concludere che la misura emodinamica dell’eterogeneità tumorale rappresenti un significativo e oggettivo fattore prognostico, con possibili ricadute cliniche della TCp.
2017
Baiocco, S., Bevilacqua, A., Barone, D., Delmonte, A., Gavelli, G. (2017). L’eterogeneità perfusionale: un biomarker prognostico per il cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC). IL GIORNALE ITALIANO DI RADIOLOGIA MEDICA, 4, 665-669.
Baiocco, Serena; Bevilacqua, Alessandro; Barone, Domenico; Delmonte, Angelo; Gavelli, Giampaolo
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