OBIETTIVO: valutare la relazione tra inquinamento atmosferico e ricoveri ospedalieri nelle città italiane partecipanti alla seconda fase del progetto EpiAir (Sorveglianza epidemiologica dell’inquinamento atmosferico: valutazione dei rischi e degli impatti nelle città italiane). DISEGNO: studio di serie temporali con metodologia casecrossover, con aggiustamento per i fattori temporali e meteorologici rilevanti. L’associazione inquinamento atmosferico-ospedalizzazioni è stata analizzata in ciascuna delle 25 città in studio, le stime complessive di effetto sono state ottenute successivamente mediante una metanalisi. Gli inquinanti considerati sono stati il particolato (PM10), il biossido di azoto (NO2 ) e l’ozono (O3 ), quest’ultimo limitatamente al semestre estivo (da aprile a settembre). In 13 città in cui i dati erano disponibili è stata analizzata anche la frazione fine del particolato (PM2.5). SETTING E PARTECIPANTI: lo studio ha esaminato 2.246.448 ricoveri ospedalieri urgenti per cause naturali di pazienti residenti e ricoverati, nel periodo 2006-2010, in 25 città italiane, di cui 10 già partecipanti alla prima fase del progetto EpiAir (2001-2005). PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati considerati i ricoveri ospedalieri urgenti per malattie cardiache, cerebrovascolari e respiratorie per tutte le fasce di età. I ricoveri per cause respiratorie sono stati analizzati separatamente anche per la fascia di età 0-14 anni. L’esposizione è stata valutata per incremento sia di 10 µg/m3 sia pari all’intervallo interquartile (IQR) della concentrazione di ciascun inquinante. RISULTATI:considerando un incremento di 10 µg/m3 per inquinante, per il PM10 è stato osservato un incremento percentuale di rischio per patologie cardiache dello 0,34% a lag 0 (IC95% 0,04-0,63), e per patologie respiratorie dello 0,75% a lag 0-5 (IC95% 0,25-1,25). Per il PM2.5 l’incremento percentuale di rischio per patologie respiratorie è risultato dell’1,23% a lag 0-5 (IC95% 0,58-1,88). Per l’NO2 la stima di effetto per patologie cardiache è risultata dello 0,57% a lag 0 (IC95% 0,13-1,02), e per patologie respiratorie dell’1,29% a lag 0-5 (IC95% 0,52-2,06). L’ozono non è risultato positivamente associato né alle patologie cardiache né a quelle respiratorie (a differenza del periodo 2001-2005). CONCLUSIONE: i risultati dello studio confermano l’effetto a breve termine dell’inquinamento atmosferico da PM10, PM2.5 e NO2 sulla morbosità, in particolare respiratoria, nelle città italiane. Non sono state rilevate associazioni positive per l’O3
Alessandrini, E., Canova, C., Carreras, C., Cernigliaro, A., Chiusolo, M., Randi, G., et al. (2014). Inquinamento atmosferico e ricoveri ospedalieri urgenti per cause respiratorie in età pediatrica: i risultati del progetto multicentrico EpiAir. PNEUMOLOGIA PEDIATRICA, 54, 26-31.
Inquinamento atmosferico e ricoveri ospedalieri urgenti per cause respiratorie in età pediatrica: i risultati del progetto multicentrico EpiAir
ALESSANDRINI, ESTER RITA;CANOVA, CRISTINA;STIVANELLO, ELISA;FORASTIERE, FRANCESCO;
2014
Abstract
OBIETTIVO: valutare la relazione tra inquinamento atmosferico e ricoveri ospedalieri nelle città italiane partecipanti alla seconda fase del progetto EpiAir (Sorveglianza epidemiologica dell’inquinamento atmosferico: valutazione dei rischi e degli impatti nelle città italiane). DISEGNO: studio di serie temporali con metodologia casecrossover, con aggiustamento per i fattori temporali e meteorologici rilevanti. L’associazione inquinamento atmosferico-ospedalizzazioni è stata analizzata in ciascuna delle 25 città in studio, le stime complessive di effetto sono state ottenute successivamente mediante una metanalisi. Gli inquinanti considerati sono stati il particolato (PM10), il biossido di azoto (NO2 ) e l’ozono (O3 ), quest’ultimo limitatamente al semestre estivo (da aprile a settembre). In 13 città in cui i dati erano disponibili è stata analizzata anche la frazione fine del particolato (PM2.5). SETTING E PARTECIPANTI: lo studio ha esaminato 2.246.448 ricoveri ospedalieri urgenti per cause naturali di pazienti residenti e ricoverati, nel periodo 2006-2010, in 25 città italiane, di cui 10 già partecipanti alla prima fase del progetto EpiAir (2001-2005). PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati considerati i ricoveri ospedalieri urgenti per malattie cardiache, cerebrovascolari e respiratorie per tutte le fasce di età. I ricoveri per cause respiratorie sono stati analizzati separatamente anche per la fascia di età 0-14 anni. L’esposizione è stata valutata per incremento sia di 10 µg/m3 sia pari all’intervallo interquartile (IQR) della concentrazione di ciascun inquinante. RISULTATI:considerando un incremento di 10 µg/m3 per inquinante, per il PM10 è stato osservato un incremento percentuale di rischio per patologie cardiache dello 0,34% a lag 0 (IC95% 0,04-0,63), e per patologie respiratorie dello 0,75% a lag 0-5 (IC95% 0,25-1,25). Per il PM2.5 l’incremento percentuale di rischio per patologie respiratorie è risultato dell’1,23% a lag 0-5 (IC95% 0,58-1,88). Per l’NO2 la stima di effetto per patologie cardiache è risultata dello 0,57% a lag 0 (IC95% 0,13-1,02), e per patologie respiratorie dell’1,29% a lag 0-5 (IC95% 0,52-2,06). L’ozono non è risultato positivamente associato né alle patologie cardiache né a quelle respiratorie (a differenza del periodo 2001-2005). CONCLUSIONE: i risultati dello studio confermano l’effetto a breve termine dell’inquinamento atmosferico da PM10, PM2.5 e NO2 sulla morbosità, in particolare respiratoria, nelle città italiane. Non sono state rilevate associazioni positive per l’O3I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.