«Tradurre è in primo luogo interpretare e il lavoro dell’interpretazione, come osservò più di un secolo fa Jacob Burckhardt, non è mai compiuto, non può essere fatto una sola volta per sempre. Ogni epoca vede il lontanissimo passato in un modo nuovo e diverso. Analogamente anche il lavoro della traduzione non è mai definitivo: ogni epoca riscopre e ritraduce i testi del suo passato». Con queste parole, si apre il saggio di Bruno Gentili Leone Traverso traduttore di Pindaro (2002), ma il discorso è valido per tutte le epoche, a partire da Cicerone per arrivare, in tempi recenti, a una disciplina specifica quale la traduttologia. Il volume si propone di indagare il ruolo svolto da alcuni poeti e scrittori italiani del Novecento in questo percorso.
Introduzione
CAVALLINI, ELEONORA
2017
Abstract
«Tradurre è in primo luogo interpretare e il lavoro dell’interpretazione, come osservò più di un secolo fa Jacob Burckhardt, non è mai compiuto, non può essere fatto una sola volta per sempre. Ogni epoca vede il lontanissimo passato in un modo nuovo e diverso. Analogamente anche il lavoro della traduzione non è mai definitivo: ogni epoca riscopre e ritraduce i testi del suo passato». Con queste parole, si apre il saggio di Bruno Gentili Leone Traverso traduttore di Pindaro (2002), ma il discorso è valido per tutte le epoche, a partire da Cicerone per arrivare, in tempi recenti, a una disciplina specifica quale la traduttologia. Il volume si propone di indagare il ruolo svolto da alcuni poeti e scrittori italiani del Novecento in questo percorso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.