A partire dal 1926 la politica corporativa che il regime fascista italiano stava mettendo in pratica attirò l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale. Alla fine degli anni Venti, Mussolini affidò al ministero delle Corporazioni l’organizzazione di un apparato propagandistico finalizzato specificamente alla diffusione all’estero dell’esperienza ideologica e politica del corporativismo, che da quel momento divenne il cardine della promozione del fascismo a “movimento universale”. Tramite questa campagna propagandistica, il regime italiano avviò un’operazione che in termini aziendali si potrebbe definire come una strategia di “marketing”: un tentativo di imporre il proprio “marchio” a un “prodotto” (il corporativismo) che in realtà aveva radici ideologiche in diverse tradizioni politiche nazionali. L’obiettivo del fascismo italiano era quello di legittimarsi sullo scenario internazionale come una nuova soluzione per problemi politici comuni a tutte le società europee, autorappresentandosi come il vero e unico artefice di un progetto corporativo. Nella mia indagine intendo ricostruire l’evoluzione della propaganda all’estero del corporativismo fascista, analizzando quali furono gli strumenti predisposti, quale la ricezione in alcuni paesi, e quali infine gli esiti dell’operazione.

Un’operazione di “marketing”: la propaganda all’estero del corporativismo fascista

PASETTI, MATTEO
2016

Abstract

A partire dal 1926 la politica corporativa che il regime fascista italiano stava mettendo in pratica attirò l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale. Alla fine degli anni Venti, Mussolini affidò al ministero delle Corporazioni l’organizzazione di un apparato propagandistico finalizzato specificamente alla diffusione all’estero dell’esperienza ideologica e politica del corporativismo, che da quel momento divenne il cardine della promozione del fascismo a “movimento universale”. Tramite questa campagna propagandistica, il regime italiano avviò un’operazione che in termini aziendali si potrebbe definire come una strategia di “marketing”: un tentativo di imporre il proprio “marchio” a un “prodotto” (il corporativismo) che in realtà aveva radici ideologiche in diverse tradizioni politiche nazionali. L’obiettivo del fascismo italiano era quello di legittimarsi sullo scenario internazionale come una nuova soluzione per problemi politici comuni a tutte le società europee, autorappresentandosi come il vero e unico artefice di un progetto corporativo. Nella mia indagine intendo ricostruire l’evoluzione della propaganda all’estero del corporativismo fascista, analizzando quali furono gli strumenti predisposti, quale la ricezione in alcuni paesi, e quali infine gli esiti dell’operazione.
2016
A coltura do poder. A propaganda nos estados autoritários
215
238
Pasetti, Matteo
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