Le testimonianze relative all’edilizia domestica etrusca si configurano come una imprescindibile premessa alla nascita del laterizio romano. Sia le fonti letterarie antiche, in particolare Plinio e Vitruvio, che i contesti archeologici offrono una buona base documentaria in relazione all’uso del mattone crudo come elemento architettonico negli edifici pubblici e domestici dell’Etruria, spesso in connessione con altre tecniche edilizie “più leggere”. Del mattone crudo etrusco sono note le dimensioni, i moduli maggiormente utilizzati e le funzioni, intese non soltanto in merito all’utilizzo di questo elemento architettonico negli alzati, ma anche per quanto riguarda una valutazione della capacità strutturale: infatti l’analisi congiunta delle caratteristiche delle fondazioni e dei moduli dimensionali dei mattoni utilizzati negli edifici etruschi consente talvolta di ipotizzare la presenza di più piani sovrapposti in elevato. Molti contesti etruschi offrono un significativo contrappunto alle notizie riportate dagli autori antichi e arricchiscono di dati il panorama complesso dell’edilizia etrusca nei secoli che precedono la nascita del laterizio romano. Tra questi si segnala certamente il caso della città etrusca di Marzabotto, dalla quale provengono considerevoli quantità di mattoni crudi che offrono un panorama di sostanziale omogeneità dal punto di vista dimensionale e dell’utilizzo, nonostante la variabilità planimetrica e funzionale degli edifici che recenti studi hanno ben messo in evidenza soprattutto in una prospettiva diacronica. Il modulo documentato a Marzabotto costituisce una riduzione coerente del sesquipedale vitruviano che è attestata anche in altri contesti dell’Etruria e potrebbe forse rappresentare il confronto dimensionale cronologicamente e territorialmente più vicino a quella che sarà la nascente esperienza edilizia del laterizio romano.
C. Pizzirani (2019). Tecniche costruttive nell'edilizia domestica etrusca tra VI e IV secolo a.C.. Roma : Quasar Edizioni.
Tecniche costruttive nell'edilizia domestica etrusca tra VI e IV secolo a.C.
PIZZIRANI, CHIARA
2019
Abstract
Le testimonianze relative all’edilizia domestica etrusca si configurano come una imprescindibile premessa alla nascita del laterizio romano. Sia le fonti letterarie antiche, in particolare Plinio e Vitruvio, che i contesti archeologici offrono una buona base documentaria in relazione all’uso del mattone crudo come elemento architettonico negli edifici pubblici e domestici dell’Etruria, spesso in connessione con altre tecniche edilizie “più leggere”. Del mattone crudo etrusco sono note le dimensioni, i moduli maggiormente utilizzati e le funzioni, intese non soltanto in merito all’utilizzo di questo elemento architettonico negli alzati, ma anche per quanto riguarda una valutazione della capacità strutturale: infatti l’analisi congiunta delle caratteristiche delle fondazioni e dei moduli dimensionali dei mattoni utilizzati negli edifici etruschi consente talvolta di ipotizzare la presenza di più piani sovrapposti in elevato. Molti contesti etruschi offrono un significativo contrappunto alle notizie riportate dagli autori antichi e arricchiscono di dati il panorama complesso dell’edilizia etrusca nei secoli che precedono la nascita del laterizio romano. Tra questi si segnala certamente il caso della città etrusca di Marzabotto, dalla quale provengono considerevoli quantità di mattoni crudi che offrono un panorama di sostanziale omogeneità dal punto di vista dimensionale e dell’utilizzo, nonostante la variabilità planimetrica e funzionale degli edifici che recenti studi hanno ben messo in evidenza soprattutto in una prospettiva diacronica. Il modulo documentato a Marzabotto costituisce una riduzione coerente del sesquipedale vitruviano che è attestata anche in altri contesti dell’Etruria e potrebbe forse rappresentare il confronto dimensionale cronologicamente e territorialmente più vicino a quella che sarà la nascente esperienza edilizia del laterizio romano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.