La conservazione degli edifici esistenti, soprattutto quelli d’importanza storica e monumentale, è una pratica sempre più congiunta alla loro regolare manutenzione. Ciò non implica solo l’adempimento corretto alle richieste normative in materia di salubrità, sicurezza e decoro, ma anche l’attuazione di tutti quei procedimenti e di quelle attenzioni che permettono di mettere ordine ai documenti che consentono di conoscere adeguatamente lo stato di salute dei fabbricati durante tutto il loro ciclo di vita. Ristrutturazioni, restauri conservativi e interventi di miglioramento sono attività che i progettisti intraprendono il più delle volte investendo molto tempo nel recupero di atti e documenti sparsi, nel rilievo più o meno preciso delle situazioni in essere e nel coordinamento sempre delicato delle figure che intervengono lungo il processo. Quando poi i fabbricati hanno rilevanza storica, le richieste di Sovrintendenze ed organi di salvaguardia del patrimonio rendono le cose ancora più impegnative. Se la tradizione costruttiva in Italia è comunque pronta ad affrontare il tema (la preparazione nei professionisti c’è, nonostante vi sia chi sostiene il contrario), il variegato quadro normativo a volte stenta a seguire le reali esigenze dei progettisti mentre gli strumenti della digitalizzazione, che molto promettono, scontano ancora diverse criticità dovute in massima parte alla loro origine in contesti edilizi e culturali molto diversi da quelli nazionali.

HBIM nell’esistente storico. Potenzialità e limiti degli strumenti integrati nel recupero edilizio

GARAGNANI, SIMONE
2015

Abstract

La conservazione degli edifici esistenti, soprattutto quelli d’importanza storica e monumentale, è una pratica sempre più congiunta alla loro regolare manutenzione. Ciò non implica solo l’adempimento corretto alle richieste normative in materia di salubrità, sicurezza e decoro, ma anche l’attuazione di tutti quei procedimenti e di quelle attenzioni che permettono di mettere ordine ai documenti che consentono di conoscere adeguatamente lo stato di salute dei fabbricati durante tutto il loro ciclo di vita. Ristrutturazioni, restauri conservativi e interventi di miglioramento sono attività che i progettisti intraprendono il più delle volte investendo molto tempo nel recupero di atti e documenti sparsi, nel rilievo più o meno preciso delle situazioni in essere e nel coordinamento sempre delicato delle figure che intervengono lungo il processo. Quando poi i fabbricati hanno rilevanza storica, le richieste di Sovrintendenze ed organi di salvaguardia del patrimonio rendono le cose ancora più impegnative. Se la tradizione costruttiva in Italia è comunque pronta ad affrontare il tema (la preparazione nei professionisti c’è, nonostante vi sia chi sostiene il contrario), il variegato quadro normativo a volte stenta a seguire le reali esigenze dei progettisti mentre gli strumenti della digitalizzazione, che molto promettono, scontano ancora diverse criticità dovute in massima parte alla loro origine in contesti edilizi e culturali molto diversi da quelli nazionali.
2015
Garagnani, Simone
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