Il volume è frutto di quattro seminari organizzati dalla curatrice alla facoltà di Giurisprudenza di Perugia e rappresenta un momento di confronto polifonico ed estremamente ricco del diritto con una serie di discipline che vanno dall’antropologia all’economia, dalla sociologia alla filosofia politica. Il testo è inteso principalmente come messa a punto di materiali tesi alla costruzione di uno statuto giuridico dei beni comuni che, a partire dalla definizione contenuta nel disegno di legge delega della Commissione per la modifica del codice civile in materia di beni pubblici, presieduta da Stefano Rodotà, sono attualmente al centro di un ampio dibattito interdisciplinare. Nucleo concettuale forte del volume, richiamato sin dal titolo, è l’idea che la rivendicazione di un profilo comune per alcuni beni – che vanno dall’acqua alle opere dell’ingegno, dallo spazio cittadino ad istituzioni quali l’università o la sanità – non muova soltanto in opposizione alle esclusive logiche di mercato proprie del capitalismo globale, ma anche contro una gestione pubblica di tali beni, in un orizzonte in cui il concetto di “comune” si configura con evidenza come alternativa non soltanto al “privato”, ma anche al “pubblico”.
Di Fiore, L. (2014). M. R. Marella (a cura di), Oltre il pubblico e il privato. Per un diritto dei beni comuni, Verona, Ombre Corte, 2012. SOCIETÀ E STORIA, 145, 564-565.
M. R. Marella (a cura di), Oltre il pubblico e il privato. Per un diritto dei beni comuni, Verona, Ombre Corte, 2012
DI FIORE, LAURA
2014
Abstract
Il volume è frutto di quattro seminari organizzati dalla curatrice alla facoltà di Giurisprudenza di Perugia e rappresenta un momento di confronto polifonico ed estremamente ricco del diritto con una serie di discipline che vanno dall’antropologia all’economia, dalla sociologia alla filosofia politica. Il testo è inteso principalmente come messa a punto di materiali tesi alla costruzione di uno statuto giuridico dei beni comuni che, a partire dalla definizione contenuta nel disegno di legge delega della Commissione per la modifica del codice civile in materia di beni pubblici, presieduta da Stefano Rodotà, sono attualmente al centro di un ampio dibattito interdisciplinare. Nucleo concettuale forte del volume, richiamato sin dal titolo, è l’idea che la rivendicazione di un profilo comune per alcuni beni – che vanno dall’acqua alle opere dell’ingegno, dallo spazio cittadino ad istituzioni quali l’università o la sanità – non muova soltanto in opposizione alle esclusive logiche di mercato proprie del capitalismo globale, ma anche contro una gestione pubblica di tali beni, in un orizzonte in cui il concetto di “comune” si configura con evidenza come alternativa non soltanto al “privato”, ma anche al “pubblico”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.