On the trail of date-plum (Diospyros lotus L.) in Italy and its first archaeobotanical evidence

Diospyros lotus L. is an arboreal species native to the Balkans and Caucasus and ranging to the Far East. In Italy, it has been cultivated for centuries and has reverted to the wild state in some regions. During archaeological excavations carried out in the historical center of Modena (northern Italy), two floral calyxes of D. lotus were discovered in a layer dating from the first century CE . These are the first and only remains of D. lotus found in an archaeological context in Italy thus far. The first historical mention of this species as an arboreal plant in Italy occurs in the 1565 edition of Dioscorides’ Commentarii de Medica materia by Pietro Andrea Mattioli. Our research allowed us to establish that the first three Italian herbaria containing samples of D. lotus, dating to the 1551– 1570 period, are the Erbario B of the Biblioteca Angelica of Rome, the Erbario Aldrovandi (Bologna) and the Erbario Cesalpino (Florence). However, archaeobotanical remains reveal that the fruits of this species were known during the Roman period, probably arriving in northern Italy as a luxury food owing to their exceptional flavor.

Diospyros lotus L. è una specie arborea nativa dei Balcani e del Caucaso, il cui areale si estende fino all’Estremo Oriente, coltivata in Italia da qualche secolo e inselvatichitasi in talune regioni. In occasione di scavi archeologici condotti nel centro storico di Modena, sono stati scoperti due calici fiorali di D. lotus in uno strato risalente al I sec. d.C.: trattasi dei primi e per ora unici reperti di questa specie rinvenuti in Italia in contesti archeologici. Le prime sicure citazioni storiche della sua presenza sono invece molto piú tarde: chi per primo la descrisse come individui arborei presenti sul territorio italiano è Pietro Andrea Mattioli, nell’edizione del 1565 dei suoi Commentarii ai Discorsi di Dioscoride. Dalle ricerche da noi condotte emerge che pressoché contemporanei sono pure gli erbari italiani che per primi includono campioni di D. lotus: l’Erbario B della Biblioteca Angelica di Roma, l’Erbario Aldrovandi (Bologna) e l’Erbario Cesalpino (Firenze), datati fra il 1551 e il 1570. Le testimonianze archeobotaniche rivelano però che almeno i frutti della pianta erano già noti ai Romani ed erano giunti in Italia settentrionale probabilmente come cibo di lusso per il loro particolare gusto.