L'atto amministrativo antieuropeo: verso una tutela possibile.

The article deals with the fortunes of the national administrative act which breaks the European Union law, first identifying by what kind of invalidity it is affected. Since the study of jurisprudence points out that such an act is mainly considered voidable, a big issue arises, concerning how to guarantee respect for the primacy of the EU law: in Italy, as a general rule, a voidable act may actually be annulled only if the action is taken within sixty days from its communication, after which it becomes unassailable. In this way, the legal order seems to tolerate the permanence of a breach of European Union law, even though the primacy of the latter represents the leading principle of the entire system. The author examines the possible answers to this contradiction in terms, also in the light of the European Court of Justice case-law, and suggests to focus on the power of the Administration to reconsider its own decisions, assuming that, in case of infringement of EU law, it could be turned into a “due” power. The subsequent sacrifice of legal certainty and legitimate expectation is a necessary evil, which anyway could see a justification.

L'articolo tratta delle sorti dell'atto amministrativo nazionale che contrasta con il diritto dell'Unione europea, identificando innanzitutto da quale tipologia di invalidità esso sia affetto. Poiché la giurisprudenza prevalente ritiene che un simile atto sia annullabile, si pone il rilevante problema di come garantire il rispetto del primato del diritto UE: in Italia, infatti, per regola generale, un atto annullabile può effettivamente essere rimosso dal panorama giuridico solo se impugnato entro 60 giorni dalla sua comunicazione o piena conoscenza. In tal modo, l'ordinamento sembra tollerare la permanenza di uno strappo al diritto dell'Unione, sebbene il primato di questo rappresenti il principio sul quale l'intera costruzione si fonda. L'autore esamina le possibili risposte a siffatta contraddizione in termini, anche alla luce della giurisprudenza della Corte di giustizia europea, e suggerisce di focalizzare l'attenzione sul potere di autotutela della pubblica amministrazione, assumendo che, nel caso di violazione del diritto UE, l'esercizio di tale potere dovrebbe colorarsi di doverosità. Il conseguente sacrificio della certezza del diritto e del legittimo affidamento è un male necessario, che ad ogni modo trova giustificazione.