La ricerca attivata sulle società di mercanti nei primi secoli dell’età moderna e sull’incidenza del traffico marittimo, di cabotaggio e sulle medio-lunghe distanze, nell’economia delle realtà costiere dei porti di sottovento dello Stato ecclesiastico, ha messo in luce interessanti dati in merito alla particolare funzione assunta dalla piazza di Rimini nel commercio della “ferrarezza” che mette in luce da parte delle imprese mercantili un’organizzazione in grado di contrastare il regime protezionistico veneziano e, tutto sommato, di contenere, in un volume d’affari piuttosto redditizio, anche gli inevitabili margini di rischio relativi alle azioni di polizia svolte sul mare e nei porti dai funzionari della Serenissima. Il traffico di risorse minerarie di un certo rilievo, come il ferro e il rame, si accerta a Rimini fin dal basso medioevo, ma dalla documentazione archivistica compulsata si evidenzia nel Cinquecento e nel Seicento il ruolo centrale assunto dallo scalo riminese come base di transito per questo particolare genere merceologico in virtù della posizione di spicco conquistata, nel panorama dei rapporti internazionali, da alcune famiglie di mercanti forestieri, pienamente integrati nella città, che si assicurano l’acquisizione sui territori asburgici dei materiali semilavorati e/o finiti ed una sorta di monopolio nel trasporto marittimo e nel commercio del prodotto nelle principali piazze di “sottovento”, cioè del versante occidentale dell’Adriatico.

Attività marittime e investimenti a Rimini in età moderna

DE NICOLO', MARIA LUCIA
2008

Abstract

La ricerca attivata sulle società di mercanti nei primi secoli dell’età moderna e sull’incidenza del traffico marittimo, di cabotaggio e sulle medio-lunghe distanze, nell’economia delle realtà costiere dei porti di sottovento dello Stato ecclesiastico, ha messo in luce interessanti dati in merito alla particolare funzione assunta dalla piazza di Rimini nel commercio della “ferrarezza” che mette in luce da parte delle imprese mercantili un’organizzazione in grado di contrastare il regime protezionistico veneziano e, tutto sommato, di contenere, in un volume d’affari piuttosto redditizio, anche gli inevitabili margini di rischio relativi alle azioni di polizia svolte sul mare e nei porti dai funzionari della Serenissima. Il traffico di risorse minerarie di un certo rilievo, come il ferro e il rame, si accerta a Rimini fin dal basso medioevo, ma dalla documentazione archivistica compulsata si evidenzia nel Cinquecento e nel Seicento il ruolo centrale assunto dallo scalo riminese come base di transito per questo particolare genere merceologico in virtù della posizione di spicco conquistata, nel panorama dei rapporti internazionali, da alcune famiglie di mercanti forestieri, pienamente integrati nella città, che si assicurano l’acquisizione sui territori asburgici dei materiali semilavorati e/o finiti ed una sorta di monopolio nel trasporto marittimo e nel commercio del prodotto nelle principali piazze di “sottovento”, cioè del versante occidentale dell’Adriatico.
2008
M.L. De Nicolò
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