Complicazioni della chirurgia ortopedica nel gatto politraumatizzato Del Magno S, Foglia A, Cola V, Pinna S, Valentini S, Giunti M, Pisoni L. Scopo del lavoro Il presente lavoro mira a valutare la frequenza e il tipo di complicazioni in seguito a chirurgie ortopediche in corso di politrauma nel gatto. Materiali e metodi Gatti politraumatizzati in cui è stata eseguita almeno una chirurgia ortopedica dal 2012 al 2016 sono stati inclusi e classificati in base a sede e tipo di lesione, tipo di trattamento chirurgico e medico e tipo di complicazioni riscontrate. Ai pazienti è stato attribuito uno score clinico, come precedentemente riportato (Vnuk et al, 2004). L’analisi statistica delle variabili oggetto di studio è stata condotta mediante l’utilizzo di test per dati non parametrici. La significatività dei test è stata considerata per un valore di p< 0,05. Risultati Sono stati inclusi 42 gatti europei, 19 femmine e 23 maschi. L’età mediana era di 24 mesi (range 7 mesi-18 anni), il peso mediano era di 4 kg (range 2,2-6,6). I traumi ortopedici localizzati allo scheletro appendicolare sono risultati i più frequenti (62%), seguiti dai traumi del bacino (33%), del distretto maxillo-facciale (29%) e della colonna vertebrale (12%). In 31 gatti erano presenti lesioni in altre sedi anatomiche con un coinvolgimento significativamente più frequente dei distretti toracico e cranico. Il valore mediano dello score attribuito alle lesioni traumatiche riportate è risultato essere pari a 6 (range 2-12). Tale punteggio è risultato essere positivamente correlato al numero di distretti interessati dal trauma. Nel 57% dei casi era presente uno stato di shock all’ammissione, che è risultato essere significativamente più frequente nei soggetti con lesioni traumatiche localizzate a più di due distretti corporei. Nel periodo post-operatorio le complicazioni verificatesi più frequentemente sono state: anemia grave (17%, 7/42 pazienti), parziale fallimento dell’intervento (12%, 5/42), peggioramento dei deficit neurologici secondari ad osteosintesi del bacino (7%, 3/42) e infezioni del sito operatorio (14%, 6/42). Le infezioni erano associate a batteri multiresistenti (5/6), necrosi tissutale estesa (3/6) ed esposizione degli impianti di osteosintesi (2/6). L’anemia si è sviluppata più frequentemente nei gatti che presentavano infezioni nel periodo post operatorio. Una terapia antibatterica empirica è stata somministrata in tutti i pazienti come monoterapia (30/42 casi) o terapia combinata (12/42) a discrezione del medico curante. Lo sviluppo delle infezioni nel periodo post-operatorio è risultato significativamente più frequente in soggetti trattati con terapia combinata. Il tempo intercorso tra l’ammissione e il primo intervento chirurgico (mediana 1 giorno, 0-4) e/o il primo intervento ortopedico (mediana 2 giorni, 0-11) non sono risultati correlati all’insorgenza di complicazioni. Un solo paziente con trauma facciale e trauma cranico è deceduto nel periodo post-operatorio. La durata del ricovero (mediana 10 giorni) è risultato significativamente maggiore in caso d’infezione post-operatoria. Discussione Un paziente politraumatizzato risulta essere spesso un paziente critico e al momento non sono presenti linee guida sul tipo di approccio chirurgico e il tempo in cui intervenire (Peterson et al, 2015). L’anemia è una complicazione frequente nel periodo post-operatorio, di solito di natura multifattoriale. La risposta infiammatoria sistemica secondaria alla presenza di infezione sembra contribuire ad aggravare lo stato di anemia nel periodo post-operatorio in questa popolazione. L’infezione del sito chirurgico è una complicazione grave e rappresenta una spesa notevole per il proprietario vista la maggior durata dell’ospedalizzazione. La maggior incidenza di infezioni in pazienti trattati con una combinazione di antibatterici suggerirebbe di impostare un’iniziale monoterapia, solo se necessaria, da variare sulla base dell’esame colturale. L’esecuzione di esami batteriologici su potenziali siti d’infezione al momento dell’ammissione del paziente ed eventualmente la loro ripetizione durante il decorso è di fondamentale importanza per impostare una terapia antibatterica mirata e prevenire o ridurre lo sviluppo di antibioticoresistenza. Questa strategia terapeutica andrebbe associata ad un ottimale controllo dell’infezione, che includa la rimozione del tessuto necrotico dal sito di lesione. Il fallimento seppure parziale dell’intervento riscontrato in alcuni pazienti è probabilmente ascrivibile ad una gestione non adeguata del paziente in sede chirurgica e/o post-operatoria. L’aggravamento delle lesioni neurologiche secondarie ad osteosintesi del bacino risulta spesso temporanee (Meeson, 2015). Nei 3 casi del presente studio interessati da tali alterazioni, si è assistito ad un significativo miglioramento clinico al momento della dimissione. Vnuk D et al, Feline high-rise syndrome: 119 cases (1998-2001). J Feline Med and Surg, 6:305-312, 2004 Peterson NW et al, The impact of surgical timing and intervention on outcome in traumatized dogs and cats. J Vet Emerg Crit Care, 25:63-75. Meeson RL, Geddes AT, Management and long-term outcome of pelvic fractures: a retrospective study of 43 cats. J Feline Med Surg, Oct 7, pii:1098612X15606958 2015.

Complicazioni della chirurgia ortopedica nel gatto politraumatizzato

DEL MAGNO, SARA;FOGLIA, ARMANDO;COLA, VERONICA;PINNA, STEFANIA;VALENTINI, SIMONA;GIUNTI, MASSIMO;PISONI, LUCIANO
2016

Abstract

Complicazioni della chirurgia ortopedica nel gatto politraumatizzato Del Magno S, Foglia A, Cola V, Pinna S, Valentini S, Giunti M, Pisoni L. Scopo del lavoro Il presente lavoro mira a valutare la frequenza e il tipo di complicazioni in seguito a chirurgie ortopediche in corso di politrauma nel gatto. Materiali e metodi Gatti politraumatizzati in cui è stata eseguita almeno una chirurgia ortopedica dal 2012 al 2016 sono stati inclusi e classificati in base a sede e tipo di lesione, tipo di trattamento chirurgico e medico e tipo di complicazioni riscontrate. Ai pazienti è stato attribuito uno score clinico, come precedentemente riportato (Vnuk et al, 2004). L’analisi statistica delle variabili oggetto di studio è stata condotta mediante l’utilizzo di test per dati non parametrici. La significatività dei test è stata considerata per un valore di p< 0,05. Risultati Sono stati inclusi 42 gatti europei, 19 femmine e 23 maschi. L’età mediana era di 24 mesi (range 7 mesi-18 anni), il peso mediano era di 4 kg (range 2,2-6,6). I traumi ortopedici localizzati allo scheletro appendicolare sono risultati i più frequenti (62%), seguiti dai traumi del bacino (33%), del distretto maxillo-facciale (29%) e della colonna vertebrale (12%). In 31 gatti erano presenti lesioni in altre sedi anatomiche con un coinvolgimento significativamente più frequente dei distretti toracico e cranico. Il valore mediano dello score attribuito alle lesioni traumatiche riportate è risultato essere pari a 6 (range 2-12). Tale punteggio è risultato essere positivamente correlato al numero di distretti interessati dal trauma. Nel 57% dei casi era presente uno stato di shock all’ammissione, che è risultato essere significativamente più frequente nei soggetti con lesioni traumatiche localizzate a più di due distretti corporei. Nel periodo post-operatorio le complicazioni verificatesi più frequentemente sono state: anemia grave (17%, 7/42 pazienti), parziale fallimento dell’intervento (12%, 5/42), peggioramento dei deficit neurologici secondari ad osteosintesi del bacino (7%, 3/42) e infezioni del sito operatorio (14%, 6/42). Le infezioni erano associate a batteri multiresistenti (5/6), necrosi tissutale estesa (3/6) ed esposizione degli impianti di osteosintesi (2/6). L’anemia si è sviluppata più frequentemente nei gatti che presentavano infezioni nel periodo post operatorio. Una terapia antibatterica empirica è stata somministrata in tutti i pazienti come monoterapia (30/42 casi) o terapia combinata (12/42) a discrezione del medico curante. Lo sviluppo delle infezioni nel periodo post-operatorio è risultato significativamente più frequente in soggetti trattati con terapia combinata. Il tempo intercorso tra l’ammissione e il primo intervento chirurgico (mediana 1 giorno, 0-4) e/o il primo intervento ortopedico (mediana 2 giorni, 0-11) non sono risultati correlati all’insorgenza di complicazioni. Un solo paziente con trauma facciale e trauma cranico è deceduto nel periodo post-operatorio. La durata del ricovero (mediana 10 giorni) è risultato significativamente maggiore in caso d’infezione post-operatoria. Discussione Un paziente politraumatizzato risulta essere spesso un paziente critico e al momento non sono presenti linee guida sul tipo di approccio chirurgico e il tempo in cui intervenire (Peterson et al, 2015). L’anemia è una complicazione frequente nel periodo post-operatorio, di solito di natura multifattoriale. La risposta infiammatoria sistemica secondaria alla presenza di infezione sembra contribuire ad aggravare lo stato di anemia nel periodo post-operatorio in questa popolazione. L’infezione del sito chirurgico è una complicazione grave e rappresenta una spesa notevole per il proprietario vista la maggior durata dell’ospedalizzazione. La maggior incidenza di infezioni in pazienti trattati con una combinazione di antibatterici suggerirebbe di impostare un’iniziale monoterapia, solo se necessaria, da variare sulla base dell’esame colturale. L’esecuzione di esami batteriologici su potenziali siti d’infezione al momento dell’ammissione del paziente ed eventualmente la loro ripetizione durante il decorso è di fondamentale importanza per impostare una terapia antibatterica mirata e prevenire o ridurre lo sviluppo di antibioticoresistenza. Questa strategia terapeutica andrebbe associata ad un ottimale controllo dell’infezione, che includa la rimozione del tessuto necrotico dal sito di lesione. Il fallimento seppure parziale dell’intervento riscontrato in alcuni pazienti è probabilmente ascrivibile ad una gestione non adeguata del paziente in sede chirurgica e/o post-operatoria. L’aggravamento delle lesioni neurologiche secondarie ad osteosintesi del bacino risulta spesso temporanee (Meeson, 2015). Nei 3 casi del presente studio interessati da tali alterazioni, si è assistito ad un significativo miglioramento clinico al momento della dimissione. Vnuk D et al, Feline high-rise syndrome: 119 cases (1998-2001). J Feline Med and Surg, 6:305-312, 2004 Peterson NW et al, The impact of surgical timing and intervention on outcome in traumatized dogs and cats. J Vet Emerg Crit Care, 25:63-75. Meeson RL, Geddes AT, Management and long-term outcome of pelvic fractures: a retrospective study of 43 cats. J Feline Med Surg, Oct 7, pii:1098612X15606958 2015.
2016
-
Del Magno Sara; Foglia Armando; Cola Veronica; Pinna Stefania; Valentini Simona; Giunti Massimo; Pisoni Luciano.
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