Il successo o meno di uno sprinter durante la stagione sportiva è legato non solo ad una corretta pianificazione dei mezzi e dei contenuti dell’allenamento, ma anche alla propria integrità fisica. Diventa prioritario pertanto da parte dell’allenatore cercare di prevenire gli infortuni del proprio atleta. A questo proposito, tra gli infortuni più frequenti nello sprint risultano quelli ai muscoli ischiocrurali. Secondo la letteratura più recente, le cause più probabili di tali infortuni sono legate ad uno squilibrio di forza tra quadricipite e ischiocrurali, ad un errato automatismo tecnico o ad un comportamento asimmetrico degli arti inferiori durante la corsa. Proprio su quest’ultima causa si stanno concentrando le ricerche di molti studiosi e si inserisce anche questo studio pilota che analizza, tramite l’optojump ed una ricostruzione tridimensionale del movimento (SIMI Motion System), i parametri cinematici lineari ed angolari nonché i dati temporali di 4 velocisti di livello nazionale durante una prova di corsa alla massima velocità. Le maggiori asimmetrie (indice di asimmetria SA superiore al 15%) si sono riscontrate soprattutto nei ROM articolari di ginocchio e caviglia e nella massima estensione dell’anca. I risultati sembrano dimostrare come l’asimmetria possa configurarsi sia come causa, ma anche come effetto degli infortuni agli ischiocrurali. A rinforzo di questa ipotesi, uno dei soggetti analizzati, che successivamente all’elaborazione dei dati, ha mostrato diversi parametri asimmetrici, proprio durante la sessione di acquisizione ha accusato un infortunio al comparto posteriore della coscia. Ai fini pratici, pertanto, potrebbe essere importante fotografare la situazione tecnica e fisica dello sprinter all’inizio della nuova stagione agonistica, in modo da provare a ripristinare, qualora ce ne fosse bisogno, una corretta simmetria di corsa prima di incominciare a sottoporre l’atleta a nuovi carichi di allenamento. Per far sì però che la ricerca possa effettivamente fornire agli allenatori ed agli atleti dei dati generalizzabili sull’asimmetria e sul collegamento tra questa e gli infortuni agli ischiocrurali, sono necessari ancora molti studi che coinvolgano un numero maggiore di atleti, differenziandone i livelli prestativi, seguendone la carriera longitudinalmente ed analizzando anche le possibili differenze di genere.

L’asimmetria nello sprint: analisi tridimensionale su atleti top level. Uno studio pilota.

CIACCI, SIMONE;MERNI, FRANCO
2016

Abstract

Il successo o meno di uno sprinter durante la stagione sportiva è legato non solo ad una corretta pianificazione dei mezzi e dei contenuti dell’allenamento, ma anche alla propria integrità fisica. Diventa prioritario pertanto da parte dell’allenatore cercare di prevenire gli infortuni del proprio atleta. A questo proposito, tra gli infortuni più frequenti nello sprint risultano quelli ai muscoli ischiocrurali. Secondo la letteratura più recente, le cause più probabili di tali infortuni sono legate ad uno squilibrio di forza tra quadricipite e ischiocrurali, ad un errato automatismo tecnico o ad un comportamento asimmetrico degli arti inferiori durante la corsa. Proprio su quest’ultima causa si stanno concentrando le ricerche di molti studiosi e si inserisce anche questo studio pilota che analizza, tramite l’optojump ed una ricostruzione tridimensionale del movimento (SIMI Motion System), i parametri cinematici lineari ed angolari nonché i dati temporali di 4 velocisti di livello nazionale durante una prova di corsa alla massima velocità. Le maggiori asimmetrie (indice di asimmetria SA superiore al 15%) si sono riscontrate soprattutto nei ROM articolari di ginocchio e caviglia e nella massima estensione dell’anca. I risultati sembrano dimostrare come l’asimmetria possa configurarsi sia come causa, ma anche come effetto degli infortuni agli ischiocrurali. A rinforzo di questa ipotesi, uno dei soggetti analizzati, che successivamente all’elaborazione dei dati, ha mostrato diversi parametri asimmetrici, proprio durante la sessione di acquisizione ha accusato un infortunio al comparto posteriore della coscia. Ai fini pratici, pertanto, potrebbe essere importante fotografare la situazione tecnica e fisica dello sprinter all’inizio della nuova stagione agonistica, in modo da provare a ripristinare, qualora ce ne fosse bisogno, una corretta simmetria di corsa prima di incominciare a sottoporre l’atleta a nuovi carichi di allenamento. Per far sì però che la ricerca possa effettivamente fornire agli allenatori ed agli atleti dei dati generalizzabili sull’asimmetria e sul collegamento tra questa e gli infortuni agli ischiocrurali, sono necessari ancora molti studi che coinvolgano un numero maggiore di atleti, differenziandone i livelli prestativi, seguendone la carriera longitudinalmente ed analizzando anche le possibili differenze di genere.
2016
Ciacci, Simone; Fornaciari, Elia; Merni, Franco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/593090
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