Verso la fine degli anni Sessanta un gruppo di artisti costituitosi a Bologna tra le mura di Palazzo Bentivoglio aderisce con grande prontezza alle nuove frontiere concettuali-comportamentistiche, di volta in volta riassunte sotto le parziali etichette di Antiform, Arte Povera o Body Art. La situazione bolognese assume però connotati del tutto singolari, principalmente per aver trovato la propria scaturigine in un artista quale Vasco Bendini, che giungeva dalle secche dell’Informale storico, fattosi brillante anticipatore di molte tra le soluzioni più avanzate e caratterizzanti della nuova stagione artistica. Per pochi ma intensissimi anni lo Studio Bentivoglio diventa perciò il cuore di nuove fertili ricerche estetiche, annoverando tra i suoi animatori personalità ormai di spicco come Pier Paolo Calzolari e Luigi Ontani. Nel saggio si ricostruiscono le vicende bolognesi di quegli anni attraverso le opere e i documenti rimastici, ponendo anche proficui confronti con le coeve proposte nazionali e internazionali, e facendo riferimento non solo alle poetiche dei vari artisti, ma anche e soprattutto alle voci critiche – non ultima quella di Francesco Arcangeli – che, con acume e audacia, hanno saputo comprendere e commentare le trasformazioni espressive allora in atto.
Fameli, P. (2015). Fatti dello Studio Bentivoglio. INTRECCI D'ARTE, 4, 74-88 [10.6092/issn.2240-7251/5603].
Fatti dello Studio Bentivoglio
FAMELI, PASQUALE
2015
Abstract
Verso la fine degli anni Sessanta un gruppo di artisti costituitosi a Bologna tra le mura di Palazzo Bentivoglio aderisce con grande prontezza alle nuove frontiere concettuali-comportamentistiche, di volta in volta riassunte sotto le parziali etichette di Antiform, Arte Povera o Body Art. La situazione bolognese assume però connotati del tutto singolari, principalmente per aver trovato la propria scaturigine in un artista quale Vasco Bendini, che giungeva dalle secche dell’Informale storico, fattosi brillante anticipatore di molte tra le soluzioni più avanzate e caratterizzanti della nuova stagione artistica. Per pochi ma intensissimi anni lo Studio Bentivoglio diventa perciò il cuore di nuove fertili ricerche estetiche, annoverando tra i suoi animatori personalità ormai di spicco come Pier Paolo Calzolari e Luigi Ontani. Nel saggio si ricostruiscono le vicende bolognesi di quegli anni attraverso le opere e i documenti rimastici, ponendo anche proficui confronti con le coeve proposte nazionali e internazionali, e facendo riferimento non solo alle poetiche dei vari artisti, ma anche e soprattutto alle voci critiche – non ultima quella di Francesco Arcangeli – che, con acume e audacia, hanno saputo comprendere e commentare le trasformazioni espressive allora in atto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.