Luigi Pirandello conduce una compiuta critica al perbenismo italiano già negli anni Dieci del Novecento, con le pièces più riuscite della prima fase teatrale, quella dei triangolo sentimentale borghese, rivisitato però in chiave moderna. Alcuni di questi testi nascono in siciliano e soltanto più tardi vengono tradotti in lingua: affondano le loro radici nella cultura in cui lo scrittore è nato e cresciuto, dove le coercizioni sociali esercitano una pressione pesantissima sulla vita dei singoli, condizionandone anche la sfera più intima e facendo esplodere, in determinati casi, le reazioni più violente. Pirandello ne registra gli effetti in chiave raramente grottesca, più spesso comica ma sempre umoristica: nel segno del riso tragico, cioè, teorizzato fin dal saggio del 1908, e poi declinato con varianti in tutto il teatro maggiore, fino ai Sei personaggi e all’Enrico IV.
Così è (se non pare). La critica al moralismo borghese in Pirandello
NOBILI, CLAUDIA SEBASTIANA
2016
Abstract
Luigi Pirandello conduce una compiuta critica al perbenismo italiano già negli anni Dieci del Novecento, con le pièces più riuscite della prima fase teatrale, quella dei triangolo sentimentale borghese, rivisitato però in chiave moderna. Alcuni di questi testi nascono in siciliano e soltanto più tardi vengono tradotti in lingua: affondano le loro radici nella cultura in cui lo scrittore è nato e cresciuto, dove le coercizioni sociali esercitano una pressione pesantissima sulla vita dei singoli, condizionandone anche la sfera più intima e facendo esplodere, in determinati casi, le reazioni più violente. Pirandello ne registra gli effetti in chiave raramente grottesca, più spesso comica ma sempre umoristica: nel segno del riso tragico, cioè, teorizzato fin dal saggio del 1908, e poi declinato con varianti in tutto il teatro maggiore, fino ai Sei personaggi e all’Enrico IV.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.