L’introduzione al volume a firma dei due curatori tratteggia il quadro teorico e critico della raccolta di saggi ivi raccolti. Dal punto di vista teorico il problema della costituzione dei due piani dell’Espressione e del Contenuto è un problema centrale per la semiotica, dal momento che riguarda direttamente la costituzione del proprio oggetto di indagine. Secondo gli autori vi è nella semiotica contemporanea una tendenza a sostanzializzare l’espressione e a farla coincidere con il piano della manifestazione. Questa posizione è diretta conseguenza di una estensione del modello linguistico saussuriano che faceva coincidere il piano dell’espressione con il livello fonologico della lingua. Secondo i due autori invece, e seguendo una tradizione che ha in Eco e in Hjelmslev i suoi antecedenti, Espressione e Contenuto andrebbero invece considerati come funtori di una relazione non predeterminata, o meglio determinata di volta in volta localmente. L’espressione andrebbe così distinta dalla sua manifestazione sensibile (equivalente piuttosto alla sostanza dell’espressione). Una simile impostazione ha importanti conseguenze sul piano dell’analisi dei testi, specie dei testi visivi, perché problematizza la costruzione del piano dell’espressione, in particolare quando essa dipende da processi percettivi. Lungi dall’essere qualcosa di ‘dato’, l’espressione appare piuttosto il risultato di complessi processi interpretativi di attribuzione di senso.

Introduzione

VIOLI, MARIA PATRIZIA;PAOLUCCI, CLAUDIO
2007

Abstract

L’introduzione al volume a firma dei due curatori tratteggia il quadro teorico e critico della raccolta di saggi ivi raccolti. Dal punto di vista teorico il problema della costituzione dei due piani dell’Espressione e del Contenuto è un problema centrale per la semiotica, dal momento che riguarda direttamente la costituzione del proprio oggetto di indagine. Secondo gli autori vi è nella semiotica contemporanea una tendenza a sostanzializzare l’espressione e a farla coincidere con il piano della manifestazione. Questa posizione è diretta conseguenza di una estensione del modello linguistico saussuriano che faceva coincidere il piano dell’espressione con il livello fonologico della lingua. Secondo i due autori invece, e seguendo una tradizione che ha in Eco e in Hjelmslev i suoi antecedenti, Espressione e Contenuto andrebbero invece considerati come funtori di una relazione non predeterminata, o meglio determinata di volta in volta localmente. L’espressione andrebbe così distinta dalla sua manifestazione sensibile (equivalente piuttosto alla sostanza dell’espressione). Una simile impostazione ha importanti conseguenze sul piano dell’analisi dei testi, specie dei testi visivi, perché problematizza la costruzione del piano dell’espressione, in particolare quando essa dipende da processi percettivi. Lungi dall’essere qualcosa di ‘dato’, l’espressione appare piuttosto il risultato di complessi processi interpretativi di attribuzione di senso.
2007
VS
P.Violi; C. Paolucci
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