Il concetto di “sicurezza” non ha carattere semplice e lineare. Esso si definisce, in primo luogo, per negazione, richiamando necessariamente, per potersi definire, il suo opposto: etimologicamente, il termine “sicuro” deriva, infatti, da sine cura, e designa, quindi, uno stato di negazione del pericolo, in un gioco logico che porta la sicurezza a fondarsi costitutivamente su ciò che essa pretende di negare. Quando, poi, la sicurezza viene intesa nel contesto domestico, interviene un’ulteriore elemento di complessità analitica: infatti, in tal casi il riferimento slitta dalla considerazione del luogo (la casa, la domus) a quella dell’insieme delle persone che lo frequentano – un insieme che presenta, a sua volta, contorni mobili e sfumati. La crasi di pericolo e sicurezza evocata dall’accostamento dei suoi termini definitori fa sì che la violenza domestica costituisca, dunque, in un certo senso, un ossimoro – una situazione, cioè, nella quale il pericolo, e l’aggressore, si identifica proprio nel familiare, nell’amato, nel soggetto più vicino e alleato, col quale è in essere una relazione diacronica non semplicemente risolvibile con un atto di volontà, a causa della continuità ed ascrittività della natura dei legami implicati
Annalisa, V. (2016). La sicurezza nel contesto domestico: un’introduzione sociologica. Bologna : Bologna University Press.
La sicurezza nel contesto domestico: un’introduzione sociologica
VERZA, ANNALISA
2016
Abstract
Il concetto di “sicurezza” non ha carattere semplice e lineare. Esso si definisce, in primo luogo, per negazione, richiamando necessariamente, per potersi definire, il suo opposto: etimologicamente, il termine “sicuro” deriva, infatti, da sine cura, e designa, quindi, uno stato di negazione del pericolo, in un gioco logico che porta la sicurezza a fondarsi costitutivamente su ciò che essa pretende di negare. Quando, poi, la sicurezza viene intesa nel contesto domestico, interviene un’ulteriore elemento di complessità analitica: infatti, in tal casi il riferimento slitta dalla considerazione del luogo (la casa, la domus) a quella dell’insieme delle persone che lo frequentano – un insieme che presenta, a sua volta, contorni mobili e sfumati. La crasi di pericolo e sicurezza evocata dall’accostamento dei suoi termini definitori fa sì che la violenza domestica costituisca, dunque, in un certo senso, un ossimoro – una situazione, cioè, nella quale il pericolo, e l’aggressore, si identifica proprio nel familiare, nell’amato, nel soggetto più vicino e alleato, col quale è in essere una relazione diacronica non semplicemente risolvibile con un atto di volontà, a causa della continuità ed ascrittività della natura dei legami implicatiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.