Aggiungere un “aroma”, ovvero una spezia, ad una pietanza è un gesto quotidiano che fa parte della storia culinaria dell’umanità: ne esalta il gusto, seducendo al tempo stesso con quel “profumino” che ne preannuncia il sapore. Ma le spezie, o meglio le piante aromatiche, servono a tanto, tanto altro. Prediamo ad esempio l’origano che, sparso sul cibo, una pizza o una pietanza, aiuta nelle patologie dovute a cattiva digestione (meteorismo, emicrania, ecc.) e con cui, in maniera del tutto intuitiva, il leggendario gastronomo Marco Gavio Apicio, famoso nella storia gastronomica dell’antica Roma per i memorabili pranzi che imbandiva, creò una salsa specifica per condire il cervo, prima lessato e poi arrostito. Aveva forse a cuore la digestione dei commensali? Ben più tardi, nel 1700, Niccolò Lamery, chimico dell’Accademia Reale francese delle Scienze, parlava dell’origano come “pianta cefalica, stomacale, carminativa”, avendo scoperto che aumentava la secrezione dei succhi gastrici. Una pianta preziosa…. Oggi sappiamo che le proprietà benefiche di questa pianta sono anche antimicrobiche, tanto è vero che persino ai polli si somministrano estratti a base di olio essenziale di origano in alimenti e bevande per la cura da infezioni da Pasteurella multocida, agente eziologico della cosiddetta Pasteurellosi. ….ma attenzione: la pianta deve essere sana Ben venga quindi arricchire il nostro piccolo orto di aromatiche con qualche esemplare di origano, oppure mettiamone una piantina nel giardino roccioso, dove si espande facilmente e rapidamente, o semplicemente in vaso sul balcone. Un consiglio prezioso è quello di comprare esemplari sani, dall’aspetto vigoroso e senza malattie infettive, soprattutto quelle dovute a funghi e a virus. E’ ormai noto come questi agenti patogeni siano in grado di modificare il metabolismo secondario di tante specie aromatiche, dalla lavanda all’echinacea rossa, dall’issopo anisato, al basilico e al timo, influendo sulla produzione dei principi attivi, quindi sull’aroma e sulle proprietà degli oli essenziali. L’origano è molto ricco di fenoli, soprattutto timolo e carvacloro, entrambi antisettici, di cui si studiano le importanti proprietà antitumorali, ma la loro presenza varia in funzione dello stato sanitario della pianta. Evitiamo quindi di adoperare l’origano le cui foglie hanno necrosi, macchie gialle o biancastre, ossia con quei sintomi di origine fungina o virale che non solo ne modificano l’aspetto estetico, ma informano che le capacità aromatiche ed i benefici effetti sulla nostra salute non sono più quelli sperati.

Bellardi, M.G. (2017). L’ORIGANO: SE SANO, FA MEGLIO ALLA SALUTE. GIARDINI, 284, 85-85.

L’ORIGANO: SE SANO, FA MEGLIO ALLA SALUTE

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2017

Abstract

Aggiungere un “aroma”, ovvero una spezia, ad una pietanza è un gesto quotidiano che fa parte della storia culinaria dell’umanità: ne esalta il gusto, seducendo al tempo stesso con quel “profumino” che ne preannuncia il sapore. Ma le spezie, o meglio le piante aromatiche, servono a tanto, tanto altro. Prediamo ad esempio l’origano che, sparso sul cibo, una pizza o una pietanza, aiuta nelle patologie dovute a cattiva digestione (meteorismo, emicrania, ecc.) e con cui, in maniera del tutto intuitiva, il leggendario gastronomo Marco Gavio Apicio, famoso nella storia gastronomica dell’antica Roma per i memorabili pranzi che imbandiva, creò una salsa specifica per condire il cervo, prima lessato e poi arrostito. Aveva forse a cuore la digestione dei commensali? Ben più tardi, nel 1700, Niccolò Lamery, chimico dell’Accademia Reale francese delle Scienze, parlava dell’origano come “pianta cefalica, stomacale, carminativa”, avendo scoperto che aumentava la secrezione dei succhi gastrici. Una pianta preziosa…. Oggi sappiamo che le proprietà benefiche di questa pianta sono anche antimicrobiche, tanto è vero che persino ai polli si somministrano estratti a base di olio essenziale di origano in alimenti e bevande per la cura da infezioni da Pasteurella multocida, agente eziologico della cosiddetta Pasteurellosi. ….ma attenzione: la pianta deve essere sana Ben venga quindi arricchire il nostro piccolo orto di aromatiche con qualche esemplare di origano, oppure mettiamone una piantina nel giardino roccioso, dove si espande facilmente e rapidamente, o semplicemente in vaso sul balcone. Un consiglio prezioso è quello di comprare esemplari sani, dall’aspetto vigoroso e senza malattie infettive, soprattutto quelle dovute a funghi e a virus. E’ ormai noto come questi agenti patogeni siano in grado di modificare il metabolismo secondario di tante specie aromatiche, dalla lavanda all’echinacea rossa, dall’issopo anisato, al basilico e al timo, influendo sulla produzione dei principi attivi, quindi sull’aroma e sulle proprietà degli oli essenziali. L’origano è molto ricco di fenoli, soprattutto timolo e carvacloro, entrambi antisettici, di cui si studiano le importanti proprietà antitumorali, ma la loro presenza varia in funzione dello stato sanitario della pianta. Evitiamo quindi di adoperare l’origano le cui foglie hanno necrosi, macchie gialle o biancastre, ossia con quei sintomi di origine fungina o virale che non solo ne modificano l’aspetto estetico, ma informano che le capacità aromatiche ed i benefici effetti sulla nostra salute non sono più quelli sperati.
2017
Bellardi, M.G. (2017). L’ORIGANO: SE SANO, FA MEGLIO ALLA SALUTE. GIARDINI, 284, 85-85.
Bellardi, Maria Grazia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/585146
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