Sebbene nelle fonti più antiche lo Zoroastrismo preveda l'eternità delle pene comminate nell'inferno, la letteratura pahlavi di epoca medievale prevede una soluzione più ottimistica, assumendo sulla base dell'Etica Nicomachea il principio teologico secondo il quale un dio giusto non potrebbe mai condannare una colpa terrena, e quindi storicamente limitata, ad una pena eterna. Il presente studio investiga le ragioni politico-culturali che hanno prodotto lentamente tale cambiamento nella concezione iranica del post mortem, valutando gli effetti prodotti non solo da ragioni opportunistiche, determinatesi dopo la conquista islamica dell'Iran sasanide, ma anche gli influssi delle dottrine origeniane, ed in particolare l'ipotesi dell'Inferno vuoto. Inoltre, il presente lavoro analizza nella sua complessità il problema teologico posto dall'incompatibilità della copresenza di un universo totalmente liberato dal male e riposto in un tempo-spazio infinito, dominato da dio, di fronte alla remota, ma pur sempre, determinata, esistenza di uno spazio alternativo, per quanto piccolo, attribuito proprio all'inferno.
La “misericordia” di Ohrmazd ed il perdono dei dannati secondo la trattatistica zoroastriana tardo-antica e medievale / Antonio Panaino. - In: BIZANTINISTICA. - ISSN 1591-0172. - STAMPA. - XVII:(2017), pp. 2.27-2.45.
La “misericordia” di Ohrmazd ed il perdono dei dannati secondo la trattatistica zoroastriana tardo-antica e medievale
PANAINO, ANTONIO CLEMENTE DOMENICO
2017
Abstract
Sebbene nelle fonti più antiche lo Zoroastrismo preveda l'eternità delle pene comminate nell'inferno, la letteratura pahlavi di epoca medievale prevede una soluzione più ottimistica, assumendo sulla base dell'Etica Nicomachea il principio teologico secondo il quale un dio giusto non potrebbe mai condannare una colpa terrena, e quindi storicamente limitata, ad una pena eterna. Il presente studio investiga le ragioni politico-culturali che hanno prodotto lentamente tale cambiamento nella concezione iranica del post mortem, valutando gli effetti prodotti non solo da ragioni opportunistiche, determinatesi dopo la conquista islamica dell'Iran sasanide, ma anche gli influssi delle dottrine origeniane, ed in particolare l'ipotesi dell'Inferno vuoto. Inoltre, il presente lavoro analizza nella sua complessità il problema teologico posto dall'incompatibilità della copresenza di un universo totalmente liberato dal male e riposto in un tempo-spazio infinito, dominato da dio, di fronte alla remota, ma pur sempre, determinata, esistenza di uno spazio alternativo, per quanto piccolo, attribuito proprio all'inferno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.