Il presente contributo si focalizza sul ruolo di primo piano ricoperto in Italia, tra Otto e Novecento, da Lucy Bartlett, Bice Cammeo e Alessandrina Ravizza, esponenti del cosiddetto “femminismo pratico”, che si distinsero per le loro iniziative nei confronti dell’infanzia più povera ed emarginata. Si tratta di tre donne che hanno fatto dell’educazione dell’infanzia un impegno totalizzante, un vero e proprio investimento sul piano pubblico e privato, e che per questo si situano all’interno di un condiviso e polivaloriale disegno emancipazionistico, in cui i diritti delle donne e quelli dei bambini progredirono di pari passo, contribuendo a rompere il binomio donna/carità e a spostare il concetto e la pratica dell’assistenza dal piano meramente filantropico a quello educativo.
Rossella, R. (2016). Il femminismo "pratico" di inizio Novecento di fronte al problema della devianza minorile. RIVISTA DI STORIA DELL'EDUCAZIONE, 2, 169-175.
Il femminismo "pratico" di inizio Novecento di fronte al problema della devianza minorile
RAIMONDO, ROSSELLA
2016
Abstract
Il presente contributo si focalizza sul ruolo di primo piano ricoperto in Italia, tra Otto e Novecento, da Lucy Bartlett, Bice Cammeo e Alessandrina Ravizza, esponenti del cosiddetto “femminismo pratico”, che si distinsero per le loro iniziative nei confronti dell’infanzia più povera ed emarginata. Si tratta di tre donne che hanno fatto dell’educazione dell’infanzia un impegno totalizzante, un vero e proprio investimento sul piano pubblico e privato, e che per questo si situano all’interno di un condiviso e polivaloriale disegno emancipazionistico, in cui i diritti delle donne e quelli dei bambini progredirono di pari passo, contribuendo a rompere il binomio donna/carità e a spostare il concetto e la pratica dell’assistenza dal piano meramente filantropico a quello educativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.