Il contributo prende in esame la prima figura della religione naturale nella Fenomenologia dello spirito, cercando di ridefinire il riferimento storico che ad essa sottende, generalmente individuato nello zoroastrismo. A partire da alcune spie testuali e da alcuni brani ad esse associabili della più tarda Estetica e delle Lezioni di filosofia della religione si cerca di rendere ragione dell’aporia di questa prima “figura dell’assenza di figura”, ovvero l’essenza luminosa, rintracciandone l’origine nel problematico rapporto che corre tra l’essenza e la sua manifestazione linguistica. Se l’elemento che consente al Lichtwesen di essere paradossale manifestazione del sublime è la sostanza pneumatica della parola, si vuole suggerire che quanto viene in quel luogo messo a tema da Hegel sia la riflessione talmudica sul nome divino. Richiamando, nell’economia argomentativa fenomenologica, anche il rapporto tra la Meynung e il linguaggio, la prima sezione della religione naturale sembra inscrivere il problema dell’ambiguo statuto della δόξα sullo sfondo della duplicità teologica della parola, tra φωνή σημαντική e εἰκών.
Caramelli, E. (2012). Die Gestalt der Gestaltlosigkeit: tra immagine e voce. ESTETICA. STUDI E RICERCHE, 2(2012), 151-172.
Die Gestalt der Gestaltlosigkeit: tra immagine e voce
CARAMELLI, ELEONORA
2012
Abstract
Il contributo prende in esame la prima figura della religione naturale nella Fenomenologia dello spirito, cercando di ridefinire il riferimento storico che ad essa sottende, generalmente individuato nello zoroastrismo. A partire da alcune spie testuali e da alcuni brani ad esse associabili della più tarda Estetica e delle Lezioni di filosofia della religione si cerca di rendere ragione dell’aporia di questa prima “figura dell’assenza di figura”, ovvero l’essenza luminosa, rintracciandone l’origine nel problematico rapporto che corre tra l’essenza e la sua manifestazione linguistica. Se l’elemento che consente al Lichtwesen di essere paradossale manifestazione del sublime è la sostanza pneumatica della parola, si vuole suggerire che quanto viene in quel luogo messo a tema da Hegel sia la riflessione talmudica sul nome divino. Richiamando, nell’economia argomentativa fenomenologica, anche il rapporto tra la Meynung e il linguaggio, la prima sezione della religione naturale sembra inscrivere il problema dell’ambiguo statuto della δόξα sullo sfondo della duplicità teologica della parola, tra φωνή σημαντική e εἰκών.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.