Nel saggio vengono messi a confronto due piccoli campioni di informanti russofoni provenienti dalla Federazione Russa e da altre repubbliche dell’Europa dell’Est (Ucraina, Bielorussia, Moldavia – gruppo A), nonché dell’Asia centrale e del Caucaso (Uzbekistan, Kazachstan, Tagikistan, Armenia – gruppo B). Nell’analisi si è prestata particolare attenzione alla percezione dell’identità nei due gruppi e al rapporto Est-Ovest, in cui la Russia costituisce una sorta di confine intermedio. Gli informanti del gruppo A si percepiscono come più vicini all’Europa e all’Occidente, mentre quelli del gruppo B, molto eterogeneo, sono in alcuni casi di origine russa e quindi si avvicinano agli informanti del gruppo A, oppure presentano un’identità più orientale, se non addirittura sovietica o “plurima”. Nelle interviste si è posto l’accento non solo sugli aspetti linguistici, ma piuttosto su quelli culturali, che riguardano l’integrazione. Interessante è il parametro dell’età degli informanti che rappresenta un altro criterio di diversificazione dell’identità all’interno dei gruppi. Per i giovani informanti il russo è ormai solo seconda o terza lingua e assolve stabilmente al ruolo di lingua franca insieme all’inglese.
Perotto, M. (2016). Migranty iz postsovetskich gosudarstv v Italii. Sankt Peterburg : Nestor-Istorija.
Migranty iz postsovetskich gosudarstv v Italii
PEROTTO, MONICA
2016
Abstract
Nel saggio vengono messi a confronto due piccoli campioni di informanti russofoni provenienti dalla Federazione Russa e da altre repubbliche dell’Europa dell’Est (Ucraina, Bielorussia, Moldavia – gruppo A), nonché dell’Asia centrale e del Caucaso (Uzbekistan, Kazachstan, Tagikistan, Armenia – gruppo B). Nell’analisi si è prestata particolare attenzione alla percezione dell’identità nei due gruppi e al rapporto Est-Ovest, in cui la Russia costituisce una sorta di confine intermedio. Gli informanti del gruppo A si percepiscono come più vicini all’Europa e all’Occidente, mentre quelli del gruppo B, molto eterogeneo, sono in alcuni casi di origine russa e quindi si avvicinano agli informanti del gruppo A, oppure presentano un’identità più orientale, se non addirittura sovietica o “plurima”. Nelle interviste si è posto l’accento non solo sugli aspetti linguistici, ma piuttosto su quelli culturali, che riguardano l’integrazione. Interessante è il parametro dell’età degli informanti che rappresenta un altro criterio di diversificazione dell’identità all’interno dei gruppi. Per i giovani informanti il russo è ormai solo seconda o terza lingua e assolve stabilmente al ruolo di lingua franca insieme all’inglese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.