La procedura di taglio cesareo (TC) oggi può essere considerata potenzialmente sovrautilizzata. Coerentemente con le finalità indicate dal Progetto-Obiettivo Nazionale Materno Infantile (D.P.C.M. 24 aprile 2000) e con il Piano Sanitario Nazionale 2006-2008 (D.P.R. 7 aprile 2006), il nuovo disegno di legge sulle “Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato” pone fra gli obiettivi più importanti il monitoraggio e la riduzione della procedura di taglio cesareo. Tale monitoraggio si sta rivelando necessario poiché la proporzione di TC è in continuo aumento e la sua utilizzazione è sempre più frequentemente associata a determinanti che vanno al di là di quelli strettamente clinici (scelta materna). Ad oggi la principale fonte informativa corrente che individua e raccoglie le informazioni relative al parto è rappresentata dalla Scheda di Dimissione Ospedaliera (SDO) all’interno della quale l’evento nascita e il taglio cesareo possono essere selezionati utilizzando sia i DRG, sia i codici ICD-9-CM di diagnosi e procedure. Un’altra importante fonte informativa per lo studio delle tematiche materno-infantili è rappresentata dai Certificati di Assistenza al Parto (CeDAP). Anche nell’ambito dei CeDAP è possibile identificare il parto cesareo ed il pregresso cesareo. I risultati di questo lavoro dimostrano che, diversamente da quanto verificato in altri studi, utilizzando diverse fonti informative correnti e diversi indicatori per l’individuazione delle proporzioni di TC nelle strutture ospedaliere di una regione italiana, non si ottengono classificazioni per ranghi significativamente differenti. L’indicatore ottenuto dalla banca dati SDO utilizzando i “DRG 370-375” è sicuramente quello di più facile computo attraverso questa fonte informativa. I risultati ottenuti dall’utilizzo dei CeDAP sono comunque consistenti. Quando però è necessario distinguere i TC primari da quelli con pregresso TC, la modalità più corretta sembra essere quella da banca dati SDO attraverso il codice di diagnosi secondaria nel ricovero indice (654.2) come già precedentemente dimostrato in casistiche americane (5). Il risultato ottenuto attraverso la banca dati CeDAP è distorto dall’elevato numero di dati mancanti.
M.P. FANTINI, L. DALLOLIO, B. FRAMMARTINO, G. LONARDI, G. PIERI (2007). Il parto cesareo in Emilia-Romagna: riproducibilità delle informazioni ottenute attraverso SDO e CeDAP. ROMA : Università Cattolica del Sacro Cuore.
Il parto cesareo in Emilia-Romagna: riproducibilità delle informazioni ottenute attraverso SDO e CeDAP
FANTINI, MARIA PIA;DALLOLIO, LAURA;FRAMMARTINO, BRUNELLA;LONARDI, GIULIA;PIERI, GIULIA
2007
Abstract
La procedura di taglio cesareo (TC) oggi può essere considerata potenzialmente sovrautilizzata. Coerentemente con le finalità indicate dal Progetto-Obiettivo Nazionale Materno Infantile (D.P.C.M. 24 aprile 2000) e con il Piano Sanitario Nazionale 2006-2008 (D.P.R. 7 aprile 2006), il nuovo disegno di legge sulle “Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato” pone fra gli obiettivi più importanti il monitoraggio e la riduzione della procedura di taglio cesareo. Tale monitoraggio si sta rivelando necessario poiché la proporzione di TC è in continuo aumento e la sua utilizzazione è sempre più frequentemente associata a determinanti che vanno al di là di quelli strettamente clinici (scelta materna). Ad oggi la principale fonte informativa corrente che individua e raccoglie le informazioni relative al parto è rappresentata dalla Scheda di Dimissione Ospedaliera (SDO) all’interno della quale l’evento nascita e il taglio cesareo possono essere selezionati utilizzando sia i DRG, sia i codici ICD-9-CM di diagnosi e procedure. Un’altra importante fonte informativa per lo studio delle tematiche materno-infantili è rappresentata dai Certificati di Assistenza al Parto (CeDAP). Anche nell’ambito dei CeDAP è possibile identificare il parto cesareo ed il pregresso cesareo. I risultati di questo lavoro dimostrano che, diversamente da quanto verificato in altri studi, utilizzando diverse fonti informative correnti e diversi indicatori per l’individuazione delle proporzioni di TC nelle strutture ospedaliere di una regione italiana, non si ottengono classificazioni per ranghi significativamente differenti. L’indicatore ottenuto dalla banca dati SDO utilizzando i “DRG 370-375” è sicuramente quello di più facile computo attraverso questa fonte informativa. I risultati ottenuti dall’utilizzo dei CeDAP sono comunque consistenti. Quando però è necessario distinguere i TC primari da quelli con pregresso TC, la modalità più corretta sembra essere quella da banca dati SDO attraverso il codice di diagnosi secondaria nel ricovero indice (654.2) come già precedentemente dimostrato in casistiche americane (5). Il risultato ottenuto attraverso la banca dati CeDAP è distorto dall’elevato numero di dati mancanti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.