Gent.mo Direttore, rilevo sull’ articolo “Chirurgia Degli Ottavi Inferiori: Responsabilità Professionale Nelle Lesioni Iatrogene Dei Rami Nervosi” del dott. Bernkopf RIS n 3, 2006 pag.40 alcune affermazioni sulle quali vorrei venisse posta attenzione. Mi riferisco in particolare: a) al fatto che si accetti o comunque si giustifichi (pagina 42, riga 18) che” la lesione nervosa possa costituire una conseguenza inevitabile e… prevedibile.” Vorrei ricordare che esiste da alcuni anni una tecnica ortodontica-chirurgica denominata “ortodonzia estrattiva” (JADA 1996) che permette di estrudere il terzo molare allontanandolo dal nervo alveolare e rendendo l’ estrazione più semplice e sicura, nonché procurando un apporto osseo , specie allorquando l’ottavo si trovi posizionato verticalmente, distalmente al secondo molare. b)Anche l’ approccio diagnostico descritto mi suscita perplessità, avendo il collega Bernkopf evidenziato solo una parte delle ricerche degli autori citati nella linea guida SICO (pagina 41, ultime nove righe). Infatti la ricerca da noi effettuata metteva sì in luce la possibilità dell’ OPT nel rilevare situazioni di contiguità, ma non taceva il fatto che in questi casi fosse “obbligatorio” l’ulteriore esame tomografico. c)Per ultimo va ricordato che tutte le linee guida sono soggette sia a critiche costruttive (vedi ad esempio le precisazioni da noi fatte sulle linee guida pubblicate su Prevenzione ed assistenza dentale 1/2006 nel numero 3 pag.3 della stessa rivista) sia a revisioni basate sulla progressione sc ientifica. Riassumendo, l’ OPT va fatta e va letta facendo attenzione a quei particolari descritti in letteratura ma se tutto sta ad indicare una contiguità con il canale mandibolare, una tomografia va sempre eseguita e, se confermato il collegamento con il canale mandibolare, la tecnica dell’ ortodonzia estrattiva va applicata. In ultima analisi, reputo che un’altra considerazione debba essere fatta: e se fossimo noi ad avere questo problema e cioè un dubbio di contiguità di un nostro ottavo col canale mandibolare, come ci comporteremmo? Ci faremmo estrarre l’ ottavo con la consapevolezza di una parestesia parziale o permanente oppure sceglieremmo l’ altra strada (TAC + ortodonzia estrattiva)? La ringrazio della cortesia

L. Checchi (2007). A colloquio con gli autori. RIS. RIVISTA ITALIANA DI STOMATOLOGIA, 1, 62-62.

A colloquio con gli autori

CHECCHI, LUIGI
2007

Abstract

Gent.mo Direttore, rilevo sull’ articolo “Chirurgia Degli Ottavi Inferiori: Responsabilità Professionale Nelle Lesioni Iatrogene Dei Rami Nervosi” del dott. Bernkopf RIS n 3, 2006 pag.40 alcune affermazioni sulle quali vorrei venisse posta attenzione. Mi riferisco in particolare: a) al fatto che si accetti o comunque si giustifichi (pagina 42, riga 18) che” la lesione nervosa possa costituire una conseguenza inevitabile e… prevedibile.” Vorrei ricordare che esiste da alcuni anni una tecnica ortodontica-chirurgica denominata “ortodonzia estrattiva” (JADA 1996) che permette di estrudere il terzo molare allontanandolo dal nervo alveolare e rendendo l’ estrazione più semplice e sicura, nonché procurando un apporto osseo , specie allorquando l’ottavo si trovi posizionato verticalmente, distalmente al secondo molare. b)Anche l’ approccio diagnostico descritto mi suscita perplessità, avendo il collega Bernkopf evidenziato solo una parte delle ricerche degli autori citati nella linea guida SICO (pagina 41, ultime nove righe). Infatti la ricerca da noi effettuata metteva sì in luce la possibilità dell’ OPT nel rilevare situazioni di contiguità, ma non taceva il fatto che in questi casi fosse “obbligatorio” l’ulteriore esame tomografico. c)Per ultimo va ricordato che tutte le linee guida sono soggette sia a critiche costruttive (vedi ad esempio le precisazioni da noi fatte sulle linee guida pubblicate su Prevenzione ed assistenza dentale 1/2006 nel numero 3 pag.3 della stessa rivista) sia a revisioni basate sulla progressione sc ientifica. Riassumendo, l’ OPT va fatta e va letta facendo attenzione a quei particolari descritti in letteratura ma se tutto sta ad indicare una contiguità con il canale mandibolare, una tomografia va sempre eseguita e, se confermato il collegamento con il canale mandibolare, la tecnica dell’ ortodonzia estrattiva va applicata. In ultima analisi, reputo che un’altra considerazione debba essere fatta: e se fossimo noi ad avere questo problema e cioè un dubbio di contiguità di un nostro ottavo col canale mandibolare, come ci comporteremmo? Ci faremmo estrarre l’ ottavo con la consapevolezza di una parestesia parziale o permanente oppure sceglieremmo l’ altra strada (TAC + ortodonzia estrattiva)? La ringrazio della cortesia
2007
L. Checchi (2007). A colloquio con gli autori. RIS. RIVISTA ITALIANA DI STOMATOLOGIA, 1, 62-62.
L. Checchi
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