Il pericolo del radicamento di forme d’intolleranza e d’imposizione rappresenta l’ostacolo maggiore alla costruzione di una società inclusiva e che possa poggiare le sue basi su di una pacifica convivenza. Il riferimento alla religiosità è determinante poiché ha assunto negli ultimi anni un ruolo centrale come segno distintivo di appartenenza, ma spesso e volentieri questo interesse si risolve in atteggiamenti, e non sempre limitati alla sola propaganda, ostruzionistici al dispiegarsi del diritto alla libertà religiosa da parte di amministrazioni locali votate a ideali di preservazione. La differenziazione su base religiosa costituisce pertanto uno dei più seri ostacoli che oggi le società occidentali si trovano a dovere affrontare. Non solo perché le religioni sono esse stesse portatrici di valori spesso in contrasto con quelli delle società democratiche, ma anche perché in esse confluiscono i formanti culturali e identitari dei distinti gruppi che compongono la società. I processi di inclusione sociale adottati dalle democrazie occidentali, dopo la virata avvenuta a seguito dei fallimenti degli orientamenti pluralisti rilevatisi più disgreganti che integranti, oggi, in un’ottica più propriamente interculturale, non possono non porsi i problemi che scaturiscono anche dagli effetti dell’applicazione del diritto alla sicurezza che trova la sua manifestazione più palese nella difesa dei valori, frutto della cultura della comunità politica che li ha emanati e trasposti nel diritto positivo. Non può non rilevarsi tuttavia una certa preoccupazione per questo tipo di approccio laddove sia teso alla difesa cieca e arbitraria delle “tradizioni culturali” in quanto il rischio di irrigidirsi in posizioni che assumono le stesse caratteristiche di quelle imputate agli altri, che si riassumono nell’intolleranza più renitente, pare esservi.

Appartenenza religiosa e strategie di integrazione e convivenza. I “nuovi diritti”: libertà religiosa e interculturalità

BOTTI, FEDERICA
2017

Abstract

Il pericolo del radicamento di forme d’intolleranza e d’imposizione rappresenta l’ostacolo maggiore alla costruzione di una società inclusiva e che possa poggiare le sue basi su di una pacifica convivenza. Il riferimento alla religiosità è determinante poiché ha assunto negli ultimi anni un ruolo centrale come segno distintivo di appartenenza, ma spesso e volentieri questo interesse si risolve in atteggiamenti, e non sempre limitati alla sola propaganda, ostruzionistici al dispiegarsi del diritto alla libertà religiosa da parte di amministrazioni locali votate a ideali di preservazione. La differenziazione su base religiosa costituisce pertanto uno dei più seri ostacoli che oggi le società occidentali si trovano a dovere affrontare. Non solo perché le religioni sono esse stesse portatrici di valori spesso in contrasto con quelli delle società democratiche, ma anche perché in esse confluiscono i formanti culturali e identitari dei distinti gruppi che compongono la società. I processi di inclusione sociale adottati dalle democrazie occidentali, dopo la virata avvenuta a seguito dei fallimenti degli orientamenti pluralisti rilevatisi più disgreganti che integranti, oggi, in un’ottica più propriamente interculturale, non possono non porsi i problemi che scaturiscono anche dagli effetti dell’applicazione del diritto alla sicurezza che trova la sua manifestazione più palese nella difesa dei valori, frutto della cultura della comunità politica che li ha emanati e trasposti nel diritto positivo. Non può non rilevarsi tuttavia una certa preoccupazione per questo tipo di approccio laddove sia teso alla difesa cieca e arbitraria delle “tradizioni culturali” in quanto il rischio di irrigidirsi in posizioni che assumono le stesse caratteristiche di quelle imputate agli altri, che si riassumono nell’intolleranza più renitente, pare esservi.
2017
Lo Stato interculturale: una nuova eutopia? The Intercultural State: a new eutopia? El Estado intercultural: una nueva eutopia?
55
70
Federica Botti
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