Il tratto che accomuna i cinque artisti contemporanei trattati nell'articolo, seppur nelle diverse tipologie espressive, è il colore, una delle componenti principali della vecchia tecnica pittorica che, oggigiorno, diventa il ptotagonista ssoluto del processo di ri-sensibilizzazione attuato dagli artsisti. Un colore in qualche caso espanso e dilatato, in altri centellinato, scandito da elaborati software digitali o scarnificato fino a giungere alla forma di traccia o di disegno. La dimensione “quadro” è completamente abbandonata in favore di interventi ambientali aperti, come il wall painting, il muralismo, il writing e il graffitismo, spesso riveduti e corretti nelle collocazioni site specific e nelle dimensioni, che diventano monumentali o addirittura vengono utilizzate per ricreare interi ambienti piuttosto che installazioni, in cui divertirsi e lavorare, o in cui ambientare performance e video, alla stregua di set cinematografici. Simone Tosca, per esempio, dichiara di voler «spingere la pittura oltre i suoi limiti fisiologici» per potenziarne gli aspetti illusori: l’astrazione del dato visibile, attraverso l‘utilizzo di tecniche digitali sofisticate e complicati algoritmi matematici, non riesce comunque a sopprimere la memoria cromatica dell’oggetto naturale, che riappare sotto altre vesti, scomposto e parcellizzato (Double Nickels, 2005; Defragmented portrait, 2006), oppure ridefinito in una forma pseudo vegetale che invade lo spazio che lo contiene. Dalle sagome aggettanti e dai wall paint iniziali la sua ricerca attuale si sta spingendo a sondare le possibilità di ricreare, attraverso il suono e la luce, degli ambienti in cui il colore-luce progressivamente viene a sostituire, in modo sempre più immateriale, la memoria cromatica degli oggetti. Blu e Ericailcane, accomunati spesso in monumentali murales, prediligono invece una linea, o per meglio dire un mood, nell’accezione di stato d’animo, neo dark, recuperando un certo gusto per il macabro, l’oscuro, il nordico e per i barbarismi raffinati. Collocandosi all’opposto del patinato e del glamorous, ribaltandone di segno l’estetica, prediligono i toni scuri, il nero e soprattutto tutto ciò che fa riferimento alle vaste possibilità combinatorie del disegno, portato su grande scala in intrecci di corpi, membra, viscere e creature mutanti che sembrano uscite da un mondo delle favole in versione noir. Anche nei video, sia Blu sia Ericailcane recuperano un certo aspetto “sporco”, dai toni drammatici, e la tecnica lentissima dello stop motion, montando fotogramma dopo fotogramma le loro riprese: nel caso di Blu si tratta di proliferanti mutazioni di ominidi che si muovono come tracce nere sulle pareti di una stanza, in una sorta di danza organicista di un murales (Walking, 2007; Fantoche, 2007), mentre nei video di Ericailcane prendono vita molti dei personaggi dei loro disegni, tradotti tridimensionalmente in pupazzetti mostruosi che rimandano ad un bestiario fantastico, a metà tra l’immaginario mondo di Tim Burton e una deriva onirica neo gothic (Cinema Volturno, 2004; The Rain, 2007). Esponenti storici della scuola bolognese del writing, Dado & Stefy sono i rappresentanti più accreditati di quella tendenza che punta al sensibile-sensoriale in termini suadenti ed eccessivi, in un voluto coloratissimo kitsch da paese dei balocchi. Il loro sontuoso lettering dalla dimensione piana dello spray si gonfia spesso in bassorilievi, dove l’intreccio dei caratteri propone un sensazionalismo organicista che sembra aver amplificato le valenze décor dell’Art Nouveau mediante un sofware di grafica digitale. Le loro tag, se si possono ancora chiamare così, si disseminano oggi ancora nelle strade, ma ancor più nei luoghi della vita quotidiana, nelle discoteche, negli showroom di moda, nei negozi, nelle case, in una sorta di lettrismo compiaciuto che inspessisce e rigonfia la grafia, contaminando al contempo varie porzioni di superficie con forme dall’alto potenziale cromatico...

S. Grandi (2007). Verde, grigio, nero, rosso, bianco.../Green, grey, black, red, white... About colors & art: Simone Tosca, Ericailcane, Blu, Dado & Stefy, Giovanna Ricotta. BMM. BEACHMASTERMAGAZINE, 07, 145-150.

Verde, grigio, nero, rosso, bianco.../Green, grey, black, red, white... About colors & art: Simone Tosca, Ericailcane, Blu, Dado & Stefy, Giovanna Ricotta

GRANDI, SILVIA
2007

Abstract

Il tratto che accomuna i cinque artisti contemporanei trattati nell'articolo, seppur nelle diverse tipologie espressive, è il colore, una delle componenti principali della vecchia tecnica pittorica che, oggigiorno, diventa il ptotagonista ssoluto del processo di ri-sensibilizzazione attuato dagli artsisti. Un colore in qualche caso espanso e dilatato, in altri centellinato, scandito da elaborati software digitali o scarnificato fino a giungere alla forma di traccia o di disegno. La dimensione “quadro” è completamente abbandonata in favore di interventi ambientali aperti, come il wall painting, il muralismo, il writing e il graffitismo, spesso riveduti e corretti nelle collocazioni site specific e nelle dimensioni, che diventano monumentali o addirittura vengono utilizzate per ricreare interi ambienti piuttosto che installazioni, in cui divertirsi e lavorare, o in cui ambientare performance e video, alla stregua di set cinematografici. Simone Tosca, per esempio, dichiara di voler «spingere la pittura oltre i suoi limiti fisiologici» per potenziarne gli aspetti illusori: l’astrazione del dato visibile, attraverso l‘utilizzo di tecniche digitali sofisticate e complicati algoritmi matematici, non riesce comunque a sopprimere la memoria cromatica dell’oggetto naturale, che riappare sotto altre vesti, scomposto e parcellizzato (Double Nickels, 2005; Defragmented portrait, 2006), oppure ridefinito in una forma pseudo vegetale che invade lo spazio che lo contiene. Dalle sagome aggettanti e dai wall paint iniziali la sua ricerca attuale si sta spingendo a sondare le possibilità di ricreare, attraverso il suono e la luce, degli ambienti in cui il colore-luce progressivamente viene a sostituire, in modo sempre più immateriale, la memoria cromatica degli oggetti. Blu e Ericailcane, accomunati spesso in monumentali murales, prediligono invece una linea, o per meglio dire un mood, nell’accezione di stato d’animo, neo dark, recuperando un certo gusto per il macabro, l’oscuro, il nordico e per i barbarismi raffinati. Collocandosi all’opposto del patinato e del glamorous, ribaltandone di segno l’estetica, prediligono i toni scuri, il nero e soprattutto tutto ciò che fa riferimento alle vaste possibilità combinatorie del disegno, portato su grande scala in intrecci di corpi, membra, viscere e creature mutanti che sembrano uscite da un mondo delle favole in versione noir. Anche nei video, sia Blu sia Ericailcane recuperano un certo aspetto “sporco”, dai toni drammatici, e la tecnica lentissima dello stop motion, montando fotogramma dopo fotogramma le loro riprese: nel caso di Blu si tratta di proliferanti mutazioni di ominidi che si muovono come tracce nere sulle pareti di una stanza, in una sorta di danza organicista di un murales (Walking, 2007; Fantoche, 2007), mentre nei video di Ericailcane prendono vita molti dei personaggi dei loro disegni, tradotti tridimensionalmente in pupazzetti mostruosi che rimandano ad un bestiario fantastico, a metà tra l’immaginario mondo di Tim Burton e una deriva onirica neo gothic (Cinema Volturno, 2004; The Rain, 2007). Esponenti storici della scuola bolognese del writing, Dado & Stefy sono i rappresentanti più accreditati di quella tendenza che punta al sensibile-sensoriale in termini suadenti ed eccessivi, in un voluto coloratissimo kitsch da paese dei balocchi. Il loro sontuoso lettering dalla dimensione piana dello spray si gonfia spesso in bassorilievi, dove l’intreccio dei caratteri propone un sensazionalismo organicista che sembra aver amplificato le valenze décor dell’Art Nouveau mediante un sofware di grafica digitale. Le loro tag, se si possono ancora chiamare così, si disseminano oggi ancora nelle strade, ma ancor più nei luoghi della vita quotidiana, nelle discoteche, negli showroom di moda, nei negozi, nelle case, in una sorta di lettrismo compiaciuto che inspessisce e rigonfia la grafia, contaminando al contempo varie porzioni di superficie con forme dall’alto potenziale cromatico...
2007
S. Grandi (2007). Verde, grigio, nero, rosso, bianco.../Green, grey, black, red, white... About colors & art: Simone Tosca, Ericailcane, Blu, Dado & Stefy, Giovanna Ricotta. BMM. BEACHMASTERMAGAZINE, 07, 145-150.
S. Grandi
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