Il saggio si so erma sulla storia della trattatistica relativa al genere delle imprese attraverso una prospettiva retorica e figurativa che va da Giovio a Tesauro. L’inscindibile nesso tra motto e immagine pone l’impresa a metà tra il l’espressione figurata e l’iconicità verbale. L’impresa diventa così un varco privilegiato per osservare il dibattito cinque-secentesco sulla dottrina oraziana dell’ut pictura poësis, le riflessioni sulle figure retoriche ecfrastiche quali l’enargeia, l’ipotiposi o l’evidentia e le interpretazioni sul- le funzioni magiche e simboliche dei geroglifici che venivano riscoperti e indagati dalla ne del xv secolo. L’articolo evidenzia le principali tappe di questa tradizione attraverso i nomi dei protagonisti principali. Si so erma così sull’autorevole trattato di Paolo Giovio, dove l’impresa viene intesa come un’unità composta di anima e corpo, e su come diventa un «nodo di parole e di cose» in quello di Scipione Ammirato. Per il Tasso l’impresa deve essere ‘meravigliosa’ come un poema e con una propensione a una scrittura emblematica e pittorica. Mentre nel trattato di Scipione Bargagli saranno necessari per realizzare il meccanismo dell’impresa la similitudine e l’ingegnosità. Con Emanuele Tesauro, in ne, l’impresa verrà collocata all’interno di una teoria dell’espressione figurata fondata sull’argutezza.
Giunta, F. (2016). L’ELOQUENZA VISIVA DELLE IMPRESE. DA GIOVIO A TESAURO. STUDI E PROBLEMI DI CRITICA TESTUALE, 93(2), 97-112 [10.19272/201608302004].
L’ELOQUENZA VISIVA DELLE IMPRESE. DA GIOVIO A TESAURO
GIUNTA, FABIO
2016
Abstract
Il saggio si so erma sulla storia della trattatistica relativa al genere delle imprese attraverso una prospettiva retorica e figurativa che va da Giovio a Tesauro. L’inscindibile nesso tra motto e immagine pone l’impresa a metà tra il l’espressione figurata e l’iconicità verbale. L’impresa diventa così un varco privilegiato per osservare il dibattito cinque-secentesco sulla dottrina oraziana dell’ut pictura poësis, le riflessioni sulle figure retoriche ecfrastiche quali l’enargeia, l’ipotiposi o l’evidentia e le interpretazioni sul- le funzioni magiche e simboliche dei geroglifici che venivano riscoperti e indagati dalla ne del xv secolo. L’articolo evidenzia le principali tappe di questa tradizione attraverso i nomi dei protagonisti principali. Si so erma così sull’autorevole trattato di Paolo Giovio, dove l’impresa viene intesa come un’unità composta di anima e corpo, e su come diventa un «nodo di parole e di cose» in quello di Scipione Ammirato. Per il Tasso l’impresa deve essere ‘meravigliosa’ come un poema e con una propensione a una scrittura emblematica e pittorica. Mentre nel trattato di Scipione Bargagli saranno necessari per realizzare il meccanismo dell’impresa la similitudine e l’ingegnosità. Con Emanuele Tesauro, in ne, l’impresa verrà collocata all’interno di una teoria dell’espressione figurata fondata sull’argutezza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.