I processi di de-industrializzazione iniziati negli anni Ottanta, il cambiamento nella struttura sociodemografica della popolazione, l’emigrazione dei giovani verso il periurbano e il contestuale ingresso di quote rilevanti di popolazione straniera, hanno minato la base sociale su cui si erano strutturate le periferie urbane nei decenni immediatamente successivi al secondo dopoguerra. La crisi economica iniziata nel 2007-2008 interviene ad accentuare la “storica” frattura centro-periferia, polarizzando le distanze sociali e territoriali già esistenti: quando le risorse disponibili diminuiscono, gli effetti si avvertono primariamente laddove erano già scarse. Le condizioni di vita nelle aree geografiche e sociali più fragili e vulnerabili tendono a radicalizzarsi e la speranza di un futuro diverso sembra sfumare. L’unica possibilità che si intravede, per gli abitanti di questi “ghetti” urbani, è il trasferimento in altre zone della città, possibilità che si scontra però con redditi inadeguati a sostenere un cambio di residenza. Questo insieme di trasformazioni non solo mina la base sociale “storica” su cui si erano costruite le periferie, ma pone soprattutto un problema di coesione e integrazione all’interno del quartiere, rendendolo sempre più vulnerabile. La frammentazione sociale nella comunità locale disegna nuove linee di confine (intergenerazionali, interetniche e tra persone con status socio-economici diversi) che intaccano le relazioni tra gli individui e la “capacità di collaborare”

Periferie vulnerabili

BERGAMASCHI, MAURIZIO
2016

Abstract

I processi di de-industrializzazione iniziati negli anni Ottanta, il cambiamento nella struttura sociodemografica della popolazione, l’emigrazione dei giovani verso il periurbano e il contestuale ingresso di quote rilevanti di popolazione straniera, hanno minato la base sociale su cui si erano strutturate le periferie urbane nei decenni immediatamente successivi al secondo dopoguerra. La crisi economica iniziata nel 2007-2008 interviene ad accentuare la “storica” frattura centro-periferia, polarizzando le distanze sociali e territoriali già esistenti: quando le risorse disponibili diminuiscono, gli effetti si avvertono primariamente laddove erano già scarse. Le condizioni di vita nelle aree geografiche e sociali più fragili e vulnerabili tendono a radicalizzarsi e la speranza di un futuro diverso sembra sfumare. L’unica possibilità che si intravede, per gli abitanti di questi “ghetti” urbani, è il trasferimento in altre zone della città, possibilità che si scontra però con redditi inadeguati a sostenere un cambio di residenza. Questo insieme di trasformazioni non solo mina la base sociale “storica” su cui si erano costruite le periferie, ma pone soprattutto un problema di coesione e integrazione all’interno del quartiere, rendendolo sempre più vulnerabile. La frammentazione sociale nella comunità locale disegna nuove linee di confine (intergenerazionali, interetniche e tra persone con status socio-economici diversi) che intaccano le relazioni tra gli individui e la “capacità di collaborare”
2016
Maurizio Bergamaschi
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/574893
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact